Quando in occasione di un sinistro stradale viene coinvolto
un soggetto che lavora alle dipendenze di un altro, o di un’azienda che fa capo
ad una società, ci si domanda se i danni patrimoniali che subisce il datore di
lavoro a causa dell’incidente possano essere autonomamente risarciti a
prescindere dalle azioni che il danneggiato porta avanti. La questione non è di
poco conto poiché talvolta si tratta di danni economici di una certa rilevanza.
Inps e Inail, che sono gli enti che intervengono nel caso, appunto, di malattia
o infortunio dipendenti anche dal fatto di un terzo (quale è proprio il caso
dell’incidente stradale avvenuto per colpa di un soggetto terzo), provvedono,
infatti, solo in parte a coprire le retribuzioni comunque dovute al lavoratore.
Sul datore di lavoro grava quindi il danno di dover continuare a versare le
contribuzioni di legge e retribuire il dipendente per la parte residua non
corrisposta da tali enti pur non potendo fruire della prestazione di lavoro,
talvolta per periodi molto lunghi come accade nel caso di sinistri cui
conseguono lesioni gravi. Oltre a ciò si consideri che le quote di
assicurazione che il datore versa per garantire i dipendenti presso Inps e Inail
aumentano proprio al verificarsi di tali circostanze. Cosa può fare allora il
datore di lavoro che si trovi ad affrontare situazioni come questa?
lunedì 30 novembre 2015
mercoledì 25 novembre 2015
CONDOMINIO: PIÙ VANTAGGI FISCALI PER GLI AMMINISTRATORI CONDOMINIALI
In tempi di crisi in molti hanno iniziato a guardare alla
professione di amministratore di condominio come valida possibilità offerta
dall’attuale e complicato mondo del lavoro. Che oggi, a differenza del passato,
si tratti di una vera e propria professione è fuori di ogni dubbio, posto che
richiede sempre una maggiore specializzazione e conoscenze trasversali in
settori come il diritto, la contabilità, l’economia gestionale e, perché no,
anche la psicologia relazionale. Infatti, per svolgere bene questo mestiere risulta necessario, se non fondamentale, saper gestire e risolvere diverse
controversie e problematiche che all’interno di un condominio non sono affatto
così rare. La riforma del condominio, giustamente a mio avviso, riconoscendo
l’importanza e la rilevanza sociale di questa professione, ha stabilito, introducendo
l’art. 71 bis delle disposizioni di attuazione del codice civile, una serie di
requisiti che qui voglio ricordare…
lunedì 23 novembre 2015
LAVORO: L’USO PERSONALE DI FILE, INTERNET E MAIL AZIENDALI LEGITTIMA IL LICENZIAMENTO?
L’assegnazione di account aziendali ai dipendenti dell’azienda, per lo svolgimento delle mansioni lavorative, è una modalità oramai collaudata. In genere il datore di lavoro regolamenta l’utilizzo della mail e di internet, diramando circolari interne alle quali il dipendente è tenuto ad attenersi nel rispetto, dei principi generali stabiliti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Non è, tuttavia, inusuale che i lavoratori prendano, nel corso del rapporto di lavoro, l’abitudine di usare questi strumenti anche per finalità personali, un po’ per comodità e un pochino, forse, per l’orgoglio di essere identificati con la qualifica professionale loro attribuita. La pratica in questione, d’altra parte, non sempre è gradita al capo il quale può ritenere, a torto o a ragione, che il tempo utilizzato per la scrittura di comunicazioni in uscita o per la lettura di quelle in entrata sia sostanzialmente tempo sottratto all’attività di lavoro mediante l’uso improprio degli strumenti di lavoro. Qualcuno si arrabbia a tal punto da punire il lavoratore con sanzioni pesanti quali per esempio la sospensione della retribuzione per un determinato periodo di tempo. In altri casi si arriva persino al licenziamento richiamando la giusta causa. Ma è legittimo arrivare a tanto? Vediamolo insieme …
venerdì 20 novembre 2015
LEGITTIMA DIFESA NON È UGUALE A “GIUSTIZIA FAI DA TE”
In seguito ai recenti eventi che hanno portato Francesco Sicignano, pensionato di Vaprio d’Adda, al centro della cronaca, si parla sempre più spesso di legittima difesa domiciliare ossia la possibilità di reagire a un’aggressione subita nella propria abitazione senza incorrere nel rischio di una sanzione penale. Molti giornali e programmi televisivi raccolgono il pensiero della collettività in merito a tali fatti e, da ciò, è emerso che la stessa si schiera su due fronti ben distinti. C’è chi, da un lato, ritiene che il proprietario debba essere sempre scusato per le lesioni provocate al ladro. C’è chi, dall’altro, sostiene che solo in casi di eccezionale gravità l’aggredito non debba rispondere delle offese da lui causate, non potendo ammettere in una società civile, alcuna forma di giustizia privata. Da questo netto divario dell’opinione pubblica, possiamo porci una serie di interrogativi per meglio comprendere il tema. Cosa dice la legge? Qual è la posizione che il legislatore ha assunto nel codice penale? E qual è la posizione della giurisprudenza? Cerchiamo di analizzare insieme questi diversi aspetti…
mercoledì 18 novembre 2015
MATRIMONIO: SE OMOSESSUALE, È POSSIBILE LA TRASCRIZIONE DELL’ATTO CELEBRATO ALL’ESTERO?
Nelle fiabe che ci raccontavano sempre
i nostri genitori, il protagonista è un bel principe azzurro che, dopo rischiose
imprese, salva la principessa dalle grinfie del cattivo di turno, così da
poterla sposare e vivere per l’eternità felici e contenti. Siamo sempre stati
abituati a interpretare il matrimonio come un negozio fondato su un rapporto
sentimentale tra due persone di diverso sesso e questa nostra cultura è stata
positivizzata all’interno del d.P.R. 396 del 2000, sulla trascrizione degli
atti dello stato civile. A ben vedere all’interno del nostro diritto non vi è
nessuna norma che, espressamente, vieti il matrimonio tra persone dello stesso
sesso, ma ve ne sono alcune che utilizzano i termini “marito” e “moglie”. Su
tali ultime espressioni, si fonda l’orientamento della giurisprudenza italiana
che non ammette la celebrazione e il riconoscimento di un matrimonio
omosessuale. Questa tesi è, però, molto contrastata da chi ritiene che l’apertura
a tale tipo di negozio sia da qualificarsi come necessaria per una più forte tutela
dei diritti civili aventi carattere universale. Si tratta di una tematica che
coinvolge molteplici aspetti: cerchiamo di capirli insieme…
lunedì 16 novembre 2015
STUPRO: SENTENZA SHOCK, DOVEVI CHIUDERE LE GAMBE!
Tra le notizie che ho avuto modo di leggere nei giorni scorsi ne ho scorta una che mi ha decisamente scioccata. Da giurista cerco di non cedere alla tentazione di esternare pensieri da uomo della strada e quindi di esprimere opinioni gratuite e disancorate dall’analisi giuridica degli eventi; in altre parole prima di giudicare lapidariamente chiedo spiegazioni ai colleghi, specialisti della materia, e, spesso, devo dire, certe decisioni assumono poi una connotazione molto diversa rispetto allo sdegno iniziale, tipico degli individui comuni. Questa volta, tuttavia, non posso proprio esimermi dall’evidenziare come il mio primo pensiero sia andato alla vittima di questa triste vicenda poiché se è vero che il magistrato canadese, che ha diretto questo processo per stupro, ha pronunciato le frasi che ho letto, ebbene, credo che la poveretta abbia subito nuova e reiterata violenza. Ho avuto la sensazione che a parlare non fosse un uomo del terzo millennio ma un inquisitore privo di qualsiasi elementare principio fondato sull’educazione di genere. In breve, vi spiego i motivi di questo personale pensiero…
mercoledì 11 novembre 2015
PRIVACY: L’OCCHIO INDISCRETO DEI DRONI SUI DATI PERSONALI
Il loro primo utilizzo è stato nel
campo militare, come bersagli volanti per le esercitazioni militari, per
spiare, raccogliere informazioni e sferrare attacchi mirati in territori di
guerra. Poi, poco alla volta sono divenuti sempre più diffusi, impiegati anche
in ambito civile e per gli scopi più svariati. Sto parlando dei droni, velivoli
telecomandati dotati di telecamere e di sistemi di rilevazione, che oggi sono
largamente utilizzati nel settore agricolo, per rilevare lo stato del terreno e
delle colture; in quello ingegneristico ambientale, per visionare aree o
strutture inaccessibili e pericolose e per monitorare l’inquinamento; in quello
architettonico urbanistico, per effettuare rilievi e mappature; in quello
dell’emergenza, per portare soccorsi e cercare superstiti; in quello della
sicurezza, per effettuare sorveglianze; in quello dell’intrattenimento e del
turismo, per fare riprese e filmati. Ma proprio la loro rapida diffusione ne ha
evidenziato criticità e problematicità legate soprattutto alla privacy di
quanti entrano in contatto con loro. Cerchiamo, allora, di capire meglio. Tanto
per cominciare …
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lunedì 9 novembre 2015
BOLLETTE: COSA SUCCEDE SE CON L’ANNO NUOVO SARÀ INCLUSO IL CANONE RAI?
Si avvicina la scadenza annuale del 31 gennaio e già si parla del pagamento del canone RAI, una vera e propria imposta, anche se comunemente definita abbonamento, dovuta da chiunque detiene uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità dell’utilizzo. Come tutte le imposte è chiaramente mal vista dai contribuenti ed è forse quella più ampiamente evasa. Così ogni anno, a partire da dicembre, siamo martellati dai continui messaggi pubblicitari che la RAI manda per ricordarci ora il termine di scadenza per il suo pagamento, ora la irrisorietà della somma dovuta a confronto della varietà e ricchezza dei programmi offerti, ora il mancato aumento rispetto all’anno precedente, ora la possibilità di pagarla in ritardo con una piccola soprattassa, e così via. Il tutto per sensibilizzare gli italiani ad effettuare il pagamento. I risultati, tuttavia, non devono essere stati così incoraggianti, visto che quest’anno il canone è stato oggetto di una minirivoluzione in occasione della Legge di Stabilità 2016. Vediamo insieme di che si tratta…
mercoledì 4 novembre 2015
CONDOMINIO: INGIUNZIONE O MEDIAZIONE? UN DILEMMA MORALE NEL RECUPERO DELLE MOROSITÀ
Nella mia esperienza di amministratore, non posso negarlo, ci sono
anche aspetti spiacevoli e, tra questi, il meno simpatico è indubbiamente quello
di fronteggiare situazioni di morosità condominiale anche gravi che mi
obbligano ad agire in via legale contro i singoli proprietari per il recupero
dei ratei di spesa scaduti. Vale la pena, infatti, sottolineare che non sempre
il mancato adempimento da parte di un condomino ai propri obblighi è imputabile
a cattiva volontà o menefreghismo ma, al contrario, è sempre più spesso il
sintomo tangibile di serie difficoltà economiche che attualmente stanno
interessando un gran numero di famiglie italiane le quali, purtroppo, non ce la
fanno più a far tornare i conti di casa. Di fronte a tali particolari situazioni
non è raro allora che l’amministratore si trovi in serio imbarazzo morale perché
da un lato, come professionista, deve tutelare al meglio gli interessi del suo
mandante, ovvero il condominio, recuperando anche in via forzosa quanto dovuto
dal proprietario inadempiente e, dall’altro, comprende il peso del suo agire
nei confronti di chi non ce la fa a tirare avanti. L’obiettivo di questo post è
appunto quello di fornire informazioni e indicazioni utili sulle procedure di
recupero delle spese condominiali non pagate senza, tuttavia, tralasciare
l’aspetto umano della vicenda facendo così in modo che tutto non si riduca
all’attenzione per il vile denaro.
lunedì 2 novembre 2015
ANATOCISMO: ANCHE UNICREDIT SI BECCA LA CONDANNA, MA FATE ATTENZIONE!
Qualche giorno fa uno dei nostri contributor ha messo in
evidenza lo stato dell’arte sulla questione anatocismo bancario (post del 2
ottobre) ponendo in risalto i diversi orientamenti seguiti dai Tribunali
italiani sull’entrata in vigore della norma che, di fatto, ha stabilito
l’illegittimità dell’anatocismo bancario. Qualche Tribunale (isolato, per la
verità) ritiene che in assenza del regolamento attuativo del CICR la norma (il
novellato art. 120 del Testo Unico Bancario) non sia ancora applicabile e altri
invece (la maggior parte), come quello di Milano, che il divieto sia già
cogente e applicabile. Oggi, dopo che una delle mie assistite ha ricevuto,
unitamente all’estratto conto periodico, la comunicazione contenente l’ennesimo
provvedimento del Tribunale di Milano, da parte del proprio istituto di credito,
anch’esso stangato dai giudici, ritengo doveroso spendere due righe per
aggiungere ulteriore risonanza all’Ordinanza in questione. Il provvedimento
risale al luglio scorso ma solo in questi giorni la Banca condannata sta
ottemperando all’obbligo di dar notizia ai propri correntisti del contenuto
dello stesso. E così con una bella (si fa per dire) noticina accompagnatoria, i
clienti dell’Istituto di credito condannato, vale a dire Unicredit, stanno
ricevendo l’informativa sul divieto di applicazione degli interessi
anatocistici. Ma in concreto, che significato assume per il correntista tale comunicazione?
Eh già, perché la mia patrocinata, appena ricevuta la letterina contenente
l’avviso, mi ha chiamata chiedendomi come dovesse interpretare tale avviso.
Credo, allora, che tornare sulla questione per una breve riflessione non guasti
affatto …
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