lunedì 11 novembre 2013

TARGHE STRANIERE: FURBETTI IN CIRCOLAZIONE




La circolazione di auto straniere in Italia è in forte aumento e il fenomeno non è solo da imputare a motivi turistici o di lavoro. Per “alcuni”, come evidenziato di recente da diversi mass-media, circolare con l’auto immatricolata all’estero, specie se di grossa cilindrata, si è rivelato un vero e proprio business: l’art 132 del nostro codice della strada dispone, infatti, che “gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi immatricolati in uno Stato estero (…) sono ammessi a circolare in Italia per la durata massima di un anno, in base al certificato di immatricolazione dello Stato di origine”. Accade dunque, ormai piuttosto di frequente, che la circolazione con veicoli che abbiano tale caratteristica diventi una sorta di lasciapassare esentasse (in molti paesi europei il bollo non si paga), con licenza di violare il nostro codice stradale e conseguente esonero da contravvenzioni a causa della mancanza di abilitazione dei nostri sistemi di rilevazione (tutor, autovelox e telecamere) alla lettura e identificazione di tali targhe. Peraltro, la sanzione alla violazione del limite di un anno è quasi banale e, quindi, non funge certo da deterrente. Ma non è questo su cui voglio soffermarmi, almeno non oggi. Cosa accade se si viene coinvolti in un incidente della strada, con danni alle cose e alle persone, a causa di veicoli con targa straniera? E, soprattutto, le difficoltà che incontra il sistema a intercettare e neutralizzare questi soggetti sono le stesse che si presentano nella procedura per ottenere il risarcimento del danno patito?