lunedì 8 giugno 2015

PRIVACY: RISARCIMENTO DA SPAM? FORSE!


Anche questa mattina, come di consueto, ho controllato la mia casella di posta elettronica e come spesso accade ho trovato un gran numero di mail ricevute. Purtroppo, non si trattava di messaggi provenienti da mittenti conosciuti ma solamente comunicazioni commerciali di svariati siti internet. È evidente ormai, come attraverso l’utilizzo dei social network e più in generale di internet, la circolazione dei nostri dati sensibili, in primis tra tutti il nostro indirizzo di posta elettronica, sia resa molto più facile e veloce. Quante volte ad esempio ci è capitato di dover inserire tutti i nostri dati per completare l’iscrizione ad un sito in maniera tale da permetterci un acquisto on-line? E quante volte senza troppa attenzione diamo il consenso alla cessione dei nostri dati per finalità commerciali? Difendersi dagli abusi commessi dai gestori di questi siti che, anche senza la nostra espressa autorizzazione, utilizzano i dati raccolti è un’esigenza ormai attualissima. La domanda sorge spontanea: ma colui che quotidianamente constata con disappunto la presenza di decine e decine di mail pubblicitarie ed è costretto ad adoperarsi per cancellarle con certosina pazienza, non ha diritto ad un risarcimento da chi fraudolentemente le invia? Insomma chi effettua spam elettronico non sta creando un danno a quegli utenti che ricevono le comunicazioni non richieste? È superfluo dire che a tutti parrebbe logico e automatico rispondere in modo affermativo, ma a quanto pare il Tribunale di Perugia non sembra pensarla allo stesso modo…