Mai come oggi si avverte il bisogno di garanzie e certezze. Garanzie sulla salute, in caso di malattia, sulla casa, sulla perdita di lavoro, sui beni in genere e chi più ne ha ne metta. In altre parole, si avverte il bisogno di essere garantiti rispetto al verificarsi di certi eventi che avrebbero conseguenze dannose, e talvolta devastanti, sulla propria vita e sul proprio patrimonio. Mi riferisco, per esempio, al caso, ahimè assai frequente di questi tempi, di coloro che perdendo il posto di lavoro rischiano di perdere, quale conseguenza più immediata, anche l’abitazione acquistata a fronte di un prestito di denaro. Come pagare la rata di finanziamento se viene a mancare la fonte di reddito data dal lavoro? Sorge, quindi, la necessità di stipulare un contratto assicurativo per soddisfare l’esigenza di garantire se stessi o il proprio patrimonio dal verificarsi di un evento futuro e incerto, tecnicamente chiamato rischio. Nel contratto assicurativo, dunque, il rischio, il cui verificarsi dipende da cause esterne alla volontà di assicuratore e assicurato, si trasforma in una spesa. In altre parole il versamento del premio, ovvero il costo della garanzia, quantificato sulla base di alcuni parametri, fa sorgere in capo all’assicuratore l’obbligo di versare una certa somma di denaro, pattuita al momento della sottoscrizione del contratto, sotto forma di capitale o di rendita, al verificarsi dell’evento garantito. Ma come fa l’assicuratore ad individuare il prodotto più adatto alle esigenze del proprio cliente affinché, all’occorrenza, risulti efficace?