Lo ammetto, posta così, la domanda può sembrare strana e incomprensibile. Eppure è quello che è accaduto qualche giorno fa in un noto ristorante romano, il cui titolare con un cartello affisso alla porta del locale ha vietato l’ingresso ai bambini al di sotto dei 5 anni oltre che ai passeggini e ai seggioloni. Il motivo? La generale maleducazione dei bambini e la mancanza di spazio per ospitare gli ingombranti trasportini. La notizia mi ha molto incuriosita non solo in quanto mamma e, quindi, potenziale persona indirettamente non gradita in locali del genere, ma anche in quanto giurista, chiedendomi se simili divieti siano legittimi. Così, approfondendo l’argomento, mi sono resa conto che questo non è il primo caso, ma che anzi anche in Italia si sta diffondendo la moda nata negli USA dei locali cosiddetti No Kids, cioè ristoranti, hotel, persino pasticcerie, vietati ai bambini al di sotto di una certa età. Una moda che ha diviso l’opinione pubblica, tra chi, ritenendo che i gestori abbiano tutto il diritto di selezionare i loro ospiti, l’ha accolta favorevolmente, e chi, scandalizzandosi per gli effetti tendenzialmente discriminatori, la respinge.