La cronaca di questi ultimi tempi ci ha raccontato spesso di
lavoratori fannulloni, infedeli ed assenteisti, che, ora fingendosi malati, ora
abusando dei permessi previsti dalla legge, ora assentandosi
ingiustificatamente dal luogo di lavoro, violano gli obblighi di diligenza e di
fedeltà sanciti dagli articoli del codice civile, arrecando anche un danno,
economico e di immagine, al datore di lavoro. Sebbene gli episodi più eclatanti
riguardino dipendenti pubblici, non è immune a tale fenomeno anche il settore
privato, dove infatti gli imprenditori sempre più spesso ricorrono ad
investigatori privati, per far pedinare i dipendenti sospettati di tali
comportamenti ed accertarne la violazione degli obblighi. Ma, è legittima una
tale forma di controllo o costituisce una lesione della privacy, una violazione
dei principi sanciti dallo Statuto dei lavoratori? Vediamo cosa stabilisce una
recentissima sentenza della Corte di Cassazione…