La recente bacchettata della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha finalmente messo in moto il meccanismo di equiparazione tra uomo e donna, coniugati o meno, in ordine all’attribuzione del cognome ai nuovi nati. Sino a qualche giorno fa in Italia vigeva, infatti, il principio, non codificato espressamente in nessuna norma di legge ma desumibile da diversi indici normativi, secondo il quale i figli legittimi assumevano il cognome del padre così come quelli naturali riconosciuti da entrambi i genitori. In verità la Corte Costituzionale e la Cassazione avevano, in tempi piuttosto recenti, già sollecitato il nostro legislatore ad allinearsi ai principi costituzionali di parità tra uomo e donna, codificati a livello europeo, e quindi di equiparazione della figura materna a quella paterna ma l’Italia, si sa, quando si tratta di scardinare il sistema, per quanto antiquato e incoerente sia, è un po’ lenta. Di fronte alla condanna dei giudici strasburghesi, datata 7 gennaio 2014, che diventerà definitiva entro tre mesi, il nostro Consiglio Dei Ministri si è quindi adeguato emanando, già nella seduta del 10 gennaio scorso, un Disegno di Legge che …