Pare strano a dirsi ma è proprio così: nelle aule di tribunale è finita anche la simpatica, ma decisamente bruttina, signora del 6 gennaio. Per rendere bene l’idea occorre scavare un po’ nell’immaginario di ognuno di noi e pensare alla figura della Befana, tanto cara ai bimbi, dispensatrice di dolcetti e carbone, a seconda delle buone o cattive azioni che si sono compiute e talvolta richiamata in senso decisamente dispregiativo. Chiudete allora e gli occhi e rammentate le fattezze dell’anziana donna: decisamente vecchietta, rugosa, con naso adunco e imponente, voce roca e profonda, vestita di abiti logori e forse un po' contadineschi. Insomma, diciamola tutta, la befana rappresenta fisicamente ed esteticamente tutto ciò che nessuna donna vorrebbe essere mai, tanto che al di fuori delle simpatiche vignette che ormai imperversano il giorno dell’Epifania dedicate alla vecchina, e quindi al di fuori di un contesto di per sé scherzoso, rivolgersi a una donna, in qualsiasi altro momento dell’anno, con l’epiteto di befana, crea un certo disappunto e allora, via con le denunce e le citazioni giudiziarie…