Tra le notizie che ho avuto modo di leggere nei giorni scorsi ne ho scorta una che mi ha decisamente scioccata. Da giurista cerco di non cedere alla tentazione di esternare pensieri da uomo della strada e quindi di esprimere opinioni gratuite e disancorate dall’analisi giuridica degli eventi; in altre parole prima di giudicare lapidariamente chiedo spiegazioni ai colleghi, specialisti della materia, e, spesso, devo dire, certe decisioni assumono poi una connotazione molto diversa rispetto allo sdegno iniziale, tipico degli individui comuni. Questa volta, tuttavia, non posso proprio esimermi dall’evidenziare come il mio primo pensiero sia andato alla vittima di questa triste vicenda poiché se è vero che il magistrato canadese, che ha diretto questo processo per stupro, ha pronunciato le frasi che ho letto, ebbene, credo che la poveretta abbia subito nuova e reiterata violenza. Ho avuto la sensazione che a parlare non fosse un uomo del terzo millennio ma un inquisitore privo di qualsiasi elementare principio fondato sull’educazione di genere. In breve, vi spiego i motivi di questo personale pensiero…