Il loro primo utilizzo è stato nel
campo militare, come bersagli volanti per le esercitazioni militari, per
spiare, raccogliere informazioni e sferrare attacchi mirati in territori di
guerra. Poi, poco alla volta sono divenuti sempre più diffusi, impiegati anche
in ambito civile e per gli scopi più svariati. Sto parlando dei droni, velivoli
telecomandati dotati di telecamere e di sistemi di rilevazione, che oggi sono
largamente utilizzati nel settore agricolo, per rilevare lo stato del terreno e
delle colture; in quello ingegneristico ambientale, per visionare aree o
strutture inaccessibili e pericolose e per monitorare l’inquinamento; in quello
architettonico urbanistico, per effettuare rilievi e mappature; in quello
dell’emergenza, per portare soccorsi e cercare superstiti; in quello della
sicurezza, per effettuare sorveglianze; in quello dell’intrattenimento e del
turismo, per fare riprese e filmati. Ma proprio la loro rapida diffusione ne ha
evidenziato criticità e problematicità legate soprattutto alla privacy di
quanti entrano in contatto con loro. Cerchiamo, allora, di capire meglio. Tanto
per cominciare …