Avere un coniuge
assillante, che ti tempesta di telefonate a qualunque ora della giornata, non è
certamente una cosa piacevole. Ancor più, quindi, se lo fa l’ex coniuge. Anzi,
in certi casi, si rischia di imbattersi nel reato di molestia. È quanto è
accaduto a una donna condannata dal Tribunale per molestie e disturbo a seguito
della denuncia presentata dall’ex marito, che lamentava di aver ricevuto per
più di un mese ripetute telefonate e messaggi disturbanti da parte della moglie
separata, nonostante avesse cambiato più volte il numero di telefono. La
frequenza e la continuità delle telefonate dimostravano, infatti, che il mezzo
telefonico era stato utilizzato non per uno scopo normale di comunicazione, ma
per esercitare un indebito disturbo al destinatario. Posto che il suo fine non
era quello di arrecare disturbo, quanto piuttosto di ricercare un contatto con
l’ex nell’interesse dei figli, la donna ha fatto ricorso alla Corte di
Cassazione. Scopriamo come è finita…