Oggi, si parla tanto di buona scuola, di scuola che
finalmente stimola e dà risalto al merito ed alla preparazione degli
insegnanti, che offre agli studenti progetti formativi sempre più ricchi, che
con l’autonomia scolastica può liberamente gestire le risorse economiche
disponibili, la didattica, la progettualità. Insomma, di una scuola sempre più
svecchiata ed efficace per l’educazione, l’istruzione e la crescita dei
ragazzi, e sempre meno regimentata. Eppure, sono ancora molti, troppi, gli
episodi che vedono insegnanti, di ogni ordine e grado, applicare metodi
educativi inadeguati, talvolta repressivi, forse frutto di vecchi retaggi
culturali ed educativi, che vogliono ancora il maestro con la bacchetta in
mano. Episodi che hanno spinto il Parlamento a vagliare l’opportunità di
installare telecamere e sottoporre a test psicoattitudinali gli insegnanti,
almeno nelle scuole dei più piccini. Ma, al di là di quei comportamenti che
possono rivestire rilevanza penale, l’insegnante può cacciare fuori dalla
classe l’alunno indisciplinato e fastidioso o contravviene a precisi obblighi
impostigli dal suo ruolo?