Il tema che tratto oggi riguarda una questione che, sebbene sottopostami da un gentile lettore, coinvolge ormai molti proprietari di casa. Accade infatti che talvolta un appartamento venga affittato a una o più persone che esercitano il mestiere più antico del mondo. Se le lamentele degli altri proprietari, una volta scoperta l’attività di meretricio della nuova inquilina, possono ingenerare, da un lato, dissapori e incomprensioni nei rapporti tra condomini (e con l’amministratore), dall’altro vi è il concreto rischio che il padrone di casa possa essere indagato per favoreggiamento della prostituzione allorché venga provato che l’unità immobiliare concessa in locazione sia stata trasformata in una casa di appuntamenti anche, come talvolta accade, all’insaputa dello stesso. Il rischio di subire un processo penale per tale titolo di reato certo esiste ma l’orientamento prevalente della più recente giurisprudenza ha ben circoscritto l’ambito di applicazione della norma di riferimento contenuta nella L. 20/02/1958 n. 75 (la famosa “legge Merlin”, per intenderci) rassicurando, purché siano rispettate alcune condizioni, gli sventurati locatori. Infatti…