lunedì 2 dicembre 2013

L’ASSICURAZIONE NON CI CREDE. STOP ALLA LIQUIDAZIONE DEL DANNO?




Una lettrice mi scrive chiedendomi come sia possibile che quanto dichiarato nel modulo di Constatazione Amichevole di Incidente (C.A.I.), compilato successivamente al verificarsi di un sinistro stradale, non sia ritenuto valido dalla propria compagnia di assicurazione. In particolare mi domanda se il parere del perito incaricato dalla medesima società (fiduciario), che ha stabilito che i danni riportati al proprio veicolo sono incompatibili con la dinamica descritta nel modulo C.A.I., abbia valore superiore rispetto alla dichiarazione confessoria contenuta nel citato documento. Conclude esprimendo perplessità per tutto il sistema C.I.D. (Convenzione Indennizzo Diretto), visto che l’eccezione proviene proprio dalla sua compagnia, quella da cui si aspetta di essere tutelata, e chiedendosi se la modalità di rigetto della sua richiesta non sia l’ennesima trovata delle società assicuratrici per mettere il lucchetto alle casse, in barba ai diritti che discendono dal contratto assicurativo e dalla legge. La domanda arriva giusto a ridosso della pubblicazione dell’ennesima sentenza, sul tema del valore da conferire alle dichiarazioni contenute nel modulo C.A.I. a firma congiunta, che può aiutare la nostra lettrice, e tutti noi, a capire se il comportamento della compagnia è legittimo o semplicemente pretestuoso.