giovedì 31 luglio 2014

SE A CAUSA DI UN INCIDENTE SALTA LA VACANZA, HAI DIRITTO AL RISARCIMENTO



Non pensiate che sia un evento poi tanto raro. Anzi, in prossimità delle ferie estive o delle festività natalizie e pasquali tale circostanza può verificarsi (ahimè) con una certa frequenza. E, infatti, questo è proprio ciò che è accaduto, non molto tempo fa, a due donne, entrambe pedoni, delle quali ho assunto il patrocinio, che sono state travolte da un auto mentre attraversavano una strada munita di apposite strisce e, per giunta, regolata da semaforo. Le due poverette a causa di tale sfortunato evento non solo hanno subito lesioni di una certa entità che hanno comportato un periodo di cure piuttosto lungo ma hanno dovuto rinunciare anche alla loro bella e tanto desiderata vacanza in Marocco programmata a cavallo del Capodanno, unitamente ai loro consorti. Chiaramente, dopo avermi documentato l’acquisto del pacchetto, avvenuto in una data molto antecedente al sinistro, e quindi la sussistenza di un danno sia di carattere economico, ovvero patrimoniale, sia di carattere esistenziale (non patrimoniale), per il mancato godimento della vacanza, uno dei quesiti che all’epoca mi è stato giustamente sottoposto è stato appunto il seguente: “caro avvocato, il fatto che non abbiamo potuto godere di questa bella vacanza, ci darà diritto di ottenere il risarcimento dei danni che sia noi sia i nostri consorti, pur non essendo vittime del sinistro, abbiamo subito”?

lunedì 28 luglio 2014

LA PATERNITÀ È PRESUNTA, SENZA LA PROVA DEL DNA


Cambiamo decisamente argomento occupandoci, questa volta, dell’azione giudiziale volta ad ottenere la dichiarazione di paternità e maternità naturale, soffermandoci, in particolare, sul relativo procedimento e sugli strumenti probatori attraverso i quali ne può essere data dimostrazione dinanzi al Giudice. L’occasione per affrontare questo tema mi viene fornita, ancora una volta, dal quesito che recentemente ci ha sottoposto una delle nostre lettrici. La signora Anna ci ha domandato, infatti, se il rifiuto di un padre di sottoporsi al test del DNA, espresso durante un giudizio finalizzato ad ottenere appunto l’accertamento e la dichiarazione di paternità, fosse legittimo e se questo potesse pregiudicare la possibilità del riconoscimento giudiziale. La questione è indubbiamente interessante e mi riporta alla mente una decisione emessa qualche mese fa dal Tribunale di Roma. Cerchiamo, però, di capire innanzitutto cosa s’intenda per dichiarazione giudiziale di paternità (e anche di maternità) …

mercoledì 23 luglio 2014

SINISTRI STRADALI: FACCIAMO CHIAREZZA, CHI PAGA L’ONORARIO DELL’AVVOCATO IN FASE STRAGIUDIZIALE?



La questione è sempre assai dibattuta e lascia spazio a dubbi e interpretazioni sia tra tutti coloro che hanno la sfortuna di imbattersi in un incidente stradale sia tra gli stessi operatori del diritto. Recentemente, peraltro, diversi lettori mi hanno sottoposto, in modo pressoché identico, lo stesso quesito: “… non sono un tecnico e ho la sensazione che non mi stiano risarcendo nella giusta misura. Ma se mi faccio assistere da un avvocato le spese di assistenza chi le paga?” Oppure ancora: “… avvocato la giurisprudenza più recente è ancora la stessa e quindi l’onorario del legale che interviene nella fase stragiudiziale lo paga la compagnia di assicurazione?” Spesso, infatti, gli assicuratori, in virtù di quanto stabilito nell’art. 9, comma secondo, del decreto attuativo (Decreto del Presidente della Repubblica n. 254/2006) dell’indennizzo diretto (disciplinato dall’art. 150 del codice delle assicurazioni) indicano, erroneamente e in modo sommario, che i danneggiati non possono essere assistiti nella fase stragiudiziale da un legale, salvo che accettino consapevolmente di sostenerne in proprio le spese, non essendo previsto il rimborso di tale attività. Sull’argomento appare, dunque, utile un breve aggiornamento e un po’ di chiarezza …

lunedì 21 luglio 2014

OPERATORI TELEFONICI: ILLEGITTIMI I COSTI DI DISATTIVAZIONE SE…



A qualcuno dei nostri lettori sarà sicuramente capitato che al cambio di gestore telefonico venissero recapitate, alla conclusione del rapporto contrattuale, bollette contenenti addebiti di importi non dovuti o peggio fatturazioni per periodi successivi alla regolare disdetta, o ancora, dei cordialissimi “arrivederci” al consumatore, manifestati con l’addebito di costi di disattivazione decisamente ingiustificati e soprattutto unilateralmente stabiliti dalla compagnia telefonica. La ricorrenza delle richieste di assistenza mi ha, dunque, indotto a soffermarmi sull’analisi di tali problematiche, cercando di evidenziare, in particolare, gli strumenti che, fortunatamente, il legislatore ha previsto a tutela del consumatore finale e di cui, con il moltiplicarsi degli operatori del settore, a mio avviso risulta utile divulgarne l’esistenza affinché chiunque si trovi nella necessità di affrontare tele criticità sappia far valere i propri diritti e le proprie ragioni dinanzi agli organismi preposti.

mercoledì 16 luglio 2014

CENTRALE DEI RISCHI: INTERESSE PUBBLICO O AMMAZZA IMPRESE?


Alla redazione di Giuridicamente parlando giungono sempre più spesso richieste di consulenza e di pareri in merito alle segnalazioni che gli istituti di credito effettuano alla Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d’Italia. L’argomento, in effetti, è piuttosto attuale vista la situazione di grave crisi economica che sta affrontando il Paese. Le aziende si trovano a sopportare situazioni di temporanea difficoltà patrimoniale che le espone appunto alla possibilità, purtroppo molto realistica e statisticamente frequente, di essere segnalate al sistema informativo denominato “Centrale dei Rischi” quali cattive pagatrici divenendo, in concreto, soggetti non appetibili per banche e finanziarie. La conseguenza più immediata è quella della futura impossibilità di accedere a qualunque linea di credito. In sostanza la morte dell’impresa! Un danno patrimoniale e non patrimoniale, riferendomi, con tale ultima accezione, agli effetti morali ed esistenziali che gli imprenditori sopportano, talvolta di entità decisamente ingente che gli studiosi del diritto e la giurisprudenza non stentano a riconoscere. Ma quando possono essere considerate illegittime queste segnalazioni? 

lunedì 14 luglio 2014

TEMERARI DAL GIUDICE: OCCHIO AI RISARCIMENTI ESEMPLARI

Il temerario (1975)

Gli avvocati e le liti si sa vanno a braccetto, ma talvolta occorre fermarsi e riflettere per non assumere mandati dall’esito “certamente” incerto, scusate il gioco di parole ma poi capirete, o addirittura dannosi per se stessi (in termini di responsabilità professionale) e soprattutto per i propri patrocinati “temerari” che ogni tanto tacciono circostanze importanti pensando in tal modo di far bene. Chi è intenzionato, infatti, a instaurare giudizi (o resistere a domande giudiziali), con la consapevolezza di non averne diritto, rischia di incorrere in quella che viene definita “responsabilità processuale aggravata”, derivante appunto dall’aver costretto l’avversario ad affrontare un processo infondato, sostenendone le spese e lo stress del faticoso percorso giudiziario. L’argomento è oggetto di numerosi interventi, sia da parte degli studiosi del diritto sia da parte della giurisprudenza. In particolare una recente pronuncia del Tribunale di Roma ci fornisce lo spunto per un approfondimento della materia … 

mercoledì 9 luglio 2014

MOLESTIE E INGIURIE A COLPI DI SMS, CASSAZIONE AL PASSO CON I TEMPI



La sempre maggiore diffusione di strumenti tecnologici e multimediali per comunicare a distanza, ha indotto la giurisprudenza, negli ultimi anni, ad affrontare tematiche che il legislatore non poteva nemmeno immaginare al tempo dell’introduzione di alcune norme. In particolare, in relazione ai reati di ingiuria e molestie, la Cassazione non poteva non procedere ad una interpretazione “al passo con i tempi” degli artt. 660 e 594 del codice penale, estendendo, ma allo stesso tempo, delimitando il suo campo di applicazione all’utilizzo dei nuovi dispositivi tecnologici. Potremmo anche dire che l’antico proverbio latino “verba volant, scripta manent” (le parole volano, gli scritti rimangono), torna a essere decisamente attuale per via dell’utilizzo di sms, mms e messaggistiche instantanee inviati tramite cellulare, che talvolta possono avere ad oggetto affermazioni anche offensive verso il destinatario. Ma procediamo con ordine, indicando innanzitutto i principali mezzi tecnologici mediante i quali può essere commesso il reato di molestia e ingiuria e procedendo poi con l’evidenziare quando, in concreto, si verifichino tali violazioni del codice penale.

lunedì 7 luglio 2014

NASCITA INDESIDERATA: NESSUN RISARCIMENTO SENZA PROVA DELLA LESIONE DI UN DIRITTO



Qualche settimana fa la Suprema Corte di Cassazione ha avuto modo di tornare nuovamente sul dibattuto e attualissimo argomento della risarcibilità dei danni da nascita indesiderata. La problematica coinvolge infatti non solo, come evidenziato nel caso che ho affrontato personalmente di recente avanti al Tribunale di Milano, l’ipotesi di lesione del diritto all’autodeterminazione e alla scelta di una genitorialità libera e consapevole ma anche le ipotesi in cui la gestante, a causa del mancato rilievo da parte del sanitario dell’esistenza di malformazioni congenite del feto, perda la possibilità di esercitare il diritto all’aborto. Per la verità nel caso affrontato si è limitata a confermare un recentissimo orientamento della stessa Corte sulla base del quale non si può dare luogo al risarcimento, poiché non vi è prova della lesione di un diritto, se la gestante non ha dimostrato che se fosse stata informata delle malformazioni del concepito, avrebbe senza dubbio interrotto la gravidanza, né tale prova può essere desunta dal solo fatto della esistenza della richiesta di essere sottoposta agli esami finalizzati alla verifica dell’esistenza di eventuali anomalie del feto. In altre parole è la donna che deve provare che se avesse saputo delle malformazioni del bambino avrebbe scelto indiscutibilmente di non portare avanti la gravidanza perché ciò avrebbe inciso sulla sua salute psichica. Cerchiamo, dunque, di capire meglio il processo logico che ha indotto a confermare questo principio …

mercoledì 2 luglio 2014

TORNA L’ANATOCISMO? PROVE IN CORSO, MA NON È DETTA L’ULTIMA PAROLA



Di una cosa sono certa: i nostri governanti coi nomi ci sanno fare! Bell’esordio non vi pare? Vi starete domandando a cosa mi riferisco, ma i miei lettori più attenti sanno bene a cosa alludo. In alcuni dei miei post ho evidenziato come spesso, e a prescindere dal colore, i nostri governanti ci riservino dei pacchettini legislativi davvero niente male, addolciti appunto da nomignoli accattivanti che preludono a chissà quali doni riservati ai cittadini ma che di fatto sono delle vere e proprie mazzate. Legnate edulcorate da una bella azione di marketing che indubbiamente creano benefici ma non alla gente comune e alle imprese già piuttosto massacrate. Preciso che non si tratta di critiche riservate a una parte dei nostri politici poiché queste macchie appartengono a tutti i governi di cui abbia memoria. Mi chiedo una cosa sola: ma provare vergogna mai? Un pochino, di quella sana che ti consente di rammentare che l’uomo ha una coscienza e in nome di questa è capace anche di cose buone, quelle che ti spingono a credere ancora in qualcuno e in ciò che predica in modo assoluto e senza riserve. Ebbene no! Non è possibile, la fregatura è sempre in agguato. Il Decreto Legge n. 91, pubblicato in Gazzetta il 24 giugno 2014, rappresenta l’ennesimo esempio di questo malcostume. Vediamo perché …