Sono trascorsi diversi mesi da quando mi sono occupato dell’argomento “strisce blu” e del proliferare incontrollato dei verbali emessi a carico dei malcapitati automobilisti. Molti dei nostri cari lettori si ricorderanno che, in tale occasione, mi ero soffermato sul fatto che la sosta delle auto sulle strisce blu oltre l’orario regolarmente pagato, non doveva essere punita con sanzione amministrativa, bensì solamente mediante il saldo della tariffa non corrisposta, così come indicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Oggi torno sull’argomento, ponendo questa volta l’attenzione su una recente pronuncia della Corte di Cassazione, nella quale i giudici hanno ribadito i confini entro i quali, nelle città, le zone delimitate da strisce blu per il parcheggio possono ritenersi legittime. Ritengo, infatti, che le informazioni a tutela dei diritti dell’automobilista non siano mai abbastanza, ancor di più se si considera che ormai, in molte città, la probabilità di trovare aree di sosta non a pagamento è diventata pari a quella di fare 6 al superenalotto! Nel caso di mancato pagamento del contributo richiesto per la sosta, pertanto, il rischio di trovare sotto il tergicristallo della propria autovettura il famigerato verbale di contravvenzione, è piuttosto frequente. Ma il Comune può contravvenzionarci se nelle vicinanze non ci sono aree di parcheggio libero?