Argomento decisamente hot, da qualche giorno, infatti, non
si fa altro che parlare della protesta dei tassisti, cui si sono accodati i
conducenti di auto a noleggio, che reclamano a gran voce una regolamentazione
del settore ferma da anni e promessa a più riprese dai governi che si sono
succeduti negli ultimi due decenni. Non si tratta solo di una questione di
informazione considerato che il trasporto, pubblico o privato che sia, svolge
una funzione, per così dire, sociale. Il tema che vorrei affrontare oggi,
tuttavia, non è l’indignazione ed il malcontento popolare, seppur
indiscutibile, per la totale assenza di questo importante e indispensabile
servizio in quasi tutte le maggiori città italiane. Ciò che ha solleticato la
mia vena scribacchina oltre all’evento in sé e al clamore mediatico che ha
suscitato, è in realtà il clima di forte tensione che sta caratterizzando la
protesta. La categoria è davvero molto compatta, arrabbiata e determinata.
Prima era Taxi contro Uber, ora contro NCC e il Decreto Milleproroghe proposto
dal governo Gentiloni, dargli torto? Rispondendo non vorrei cedere alle
consuete e facili invettive contro coloro cui abbiamo affidato il difficile e
nobile compito di legiferare. Non cederò, quindi, all’umana tentazione
limitandomi a circoscrivere il mio pensiero di giurista alle conseguenze cui,
ahimè, andranno incontro i protagonisti di questa vicenda con riguardo, in
particolare, a qualcuno tra gli episodi più eclatanti balzati agli onori della
cronaca. Cerchiamo di capire…