È noto che il fermo amministrativo è
un atto con il quale le pubbliche amministrazioni o gli enti pubblici statali
dotati di tale potere (Comuni, INPS, Regioni, Stato, ecc.), tramite i
concessionari della riscossione, “bloccano” un bene mobile del debitore,
iscritto in pubblici registri (per esempio autoveicoli), o dei coobbligati, al
fine di riscuotere i crediti non pagati che possono riferirsi a tributi o tasse
(può trattarsi di un credito di varia natura, ad esempio, un mancato pagamento
IVA, IRPEF, Bollo auto, ICI, ecc.) oppure a multe relative ad infrazioni al
Codice della Strada. Il fermo amministrativo, adottato dalle Pubbliche Amministrazioni
sin dal lontano 1973, è certo considerato uno dei modi più odiosi per rivalersi
sul contribuente moroso (vero o presunto) perché incide pesantemente sul
soggetto impedendogli l’uso di un mezzo di locomozione (auto, moto, furgone
etc.) il più delle volte indispensabile all’attività lavorativa e alla vita di
relazione.