lunedì 2 maggio 2016

IDENTIFICARE UNA PERSONA CON UN ESCREMENTO PUÒ ESSERE SATIRA


A poche settimane dal post in cui mi soffermavo sul delicato e sottile confine tra diritto di cronaca o critica e diffamazione a mezzo stampa, ecco che una sentenza della Corte di Cassazione mi dà l’occasione di ritornare sull’argomento, seppure sotto un diverso profilo, quello della satira. Questa volta, peraltro, entrambi i protagonisti della vicenda esaminata dai giudici di legittimità appartengono al mondo del giornalismo. Da un lato, infatti, c’è un giornalista (poi dimessosi dall’Albo), di cui si era scoperto il coinvolgimento con i servizi segreti. E, dall’altro, c’è un giornalista appartenente ad un famoso gruppo editoriale italiano che, nel commentare la vicenda del primo (somigliante per un lettore all’analoga vicenda di Hemingway spia per il Dipartimento di Stato), aveva utilizzato una battuta del comico milanese Gino Bramieri che invitava, in uno dei suoi sketch, a non “confondere il risotto con la merda”. Da qui, la vicenda processuale tra i due, risolta in maniera diametralmente opposta in primo e in secondo grado, fino ad arrivare alla Cassazione che ha visto, nella pur colorita espressione, solo esercizio del diritto di satira. Vediamo in che modo…