Da qualche settimana l’attestato di rischio non viene, e non
verrà, più inviato a casa. Si tratta di un nuovo capitolo nell’ambito della R.C.A.,
un mondo dove a mio avviso non è possibile annoiarsi per il continuo
rincorrersi di provvedimenti rivolti a semplificare i rapporti fra imprese e
assicurati, ad allinearci alle normative europee e a cercare soluzioni
all’annoso problema del caro polizza. Già previsto nel 2012 nel pacchetto
liberalizzazioni del Governo Monti con un certo ritardo l’Ivass (Istituto per
la vigilanza delle assicurazioni), nel maggio 2015, ha provveduto ad emanare l’atteso
regolamento attuativo. È stata così disciplinata la materia concernente
l’attestazione di rischio, modalità e tempi di consegna, norme di salvaguardia
per gli assicurati, creazione, funzionamento ed alimentazione della Banca dati.
La nuova procedura rientra tra quelle di semplificazione burocratica e di
digitalizzazione dei documenti, ovvero la nota dematerializzazione. Prima di
verificare cosa è cambiato per gli assicurati ritengo opportuno ricordare il
significato e la necessità di tale documento...