Una recente decisione dei giudici della Suprema Corte mi offre l’occasione per tornare sul tema della risarcibilità dei danni da perdita o lesione di un congiunto derivante, nel caso in questione, da sinistro stradale ma applicabile anche ad altri illeciti da cui scaturisca appunto la morte o il grave ferimento di una persona cara. Molti ritengono, infatti, che l’elemento determinante per la titolarità del diritto al risarcimento del danno, patrimoniale e non patrimoniale, sia la convivenza con il soggetto che subisce una lesione grave o addirittura la perdita della vita. Indubbiamente la circostanza della coabitazione, accompagnata da una relazione affettiva, fa nascere in capo al superstite o alla compagna un diritto al risarcimento. Tuttavia, la giurisprudenza, in modo condivisibile, evidenzia che il presupposto condizionante la richiesta risarcitoria è di altra natura. Vediamo allora cosa intendano i giudici con l’espressione prossimi congiunti …