giovedì 5 settembre 2013

QUEGLI STRANI COMPORTAMENTI SONO GRIDA D’AIUTO. LA SCUOLA HA IL DOVERE DI PROTEGGERE GLI ADOLESCENTI



Recenti fatti di cronaca hanno riportato alla mia memoria una questione spinosa, che per la verità non riguarda solo aspetti giuridici ma anche di altra natura. I fatti cui mi riferisco sono la recente iscrizione nel registro degli indagati del professore di italiano e storia di Saluzzo, Valter Giordano, per “istigazione al suicidio” di una studentessa di quindici anni, sua allieva, nonché il suicidio di un ragazzino quindicenne, avvenuto alla fine dell’anno passato a Roma, e ancora quello dei due tredicenni ragusani che si sono tolti la vita, a distanza di pochi mesi uno dall’altro e che frequentavano lo stesso istituto scolastico. Ebbene al di là della particolarità dei casi in cui è possibile ravvisare addirittura il dolo ovvero la volontarietà dell’atto, (come in quelli di dileggio continuo degli allievi o come nell’ipotesi del professore di Saluzzo, laddove la responsabilità di quest’ultimo risultasse effettivamente acclarata), oltre allo sgomento e alla tristezza che sempre accompagnano tali notizie ci si domanda: in quale misura l’insegnante e la scuola rispondono per tali eventi?