giovedì 27 agosto 2015

LEVATO-BOETTCHER: ADOZIONE O AFFIDO? OPINIONE PUBBLICA DIVISA, MA LE SCELTE DI GIUDICI E DIFENSORI SONO LEGITTIME


Il caso Levato-Boettcher ha scatenato l’ennesima querelle. Molti di noi, infatti, si sono schierati, o per lo meno si sono chiesti che posizione assumere di fronte alla notizia riguardante l’avvio del procedimento innanzi al Tribunale per i Minorenni per la dichiarazione dello stato di adottabilità del piccolo Achille, il bimbo nato dalla coppia killer. Vicenda decisamente triste, non solo per le vittime sfigurate dalle azioni scellerate dei due giovani criminali ma anche per il neonato che, pur non avendo colpe, ha già subito il grave pregiudizio di non aver potuto godere delle coccole e dell’affetto della mamma biologica durante i suoi primi giorni di vita. Insomma, per farla breve, c’è chi ritiene che le autorità debbano definitivamente, e in tempi brevi, dichiarare adottabile il piccolino e dare così avvio alla scelta di una coppia di genitori adottivi che si occupino del suo equilibrato sviluppo psico-fisico e chi, invece, sostiene che strappare un bimbo alle cure dei propri genitori naturali sia anch’esso un gesto criminale e profondamente ingiusto. Adozione o famiglia d’origine? Personalmente ritengo che assumere una posizione così netta, da una parte o dall’altra, sia fuorviante. Per comprendere appieno il senso di tale affermazione credo sia opportuno rivedere i criteri cardine, giurisprudenziali e legislativi, su cui poggiano, da un lato, le scelte dei giudici del Tribunale specializzato e, dall’altro, quelle dei difensori delle parti interessate. Vediamoli insieme …