lunedì 1 giugno 2015

CALCIO: SE LA TIFOSERIA OFFENDE LA SOCIETÀ PAGA


Se la società di calcio non fa nulla per impedire che i propri tifosi, soci o non soci che siano, offendano e discriminino tramite cori e striscioni gli avversari sportivi, verrà condannata al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali che gli ospiti, offesi, subiscono. Questa è la decisione, a mio avviso decisamente corretta, assunta lo scorso anno dal Giudice di Pace di Castellammare di Stabia, dott. Francesco Buonocore, e confermata qualche giorno fa dal Tribunale di Torre Annunziata in occasione dell’appello. Il processo si è incentrato sulle richieste di un tifoso napoletano il quale, lamentando la lesione della propria dignità personale a cagione degli inni razzisti e degli striscioni discriminatori della tifoseria ospitante, ha chiesto il risarcimento di tutti i danni che riteneva di aver patito, niente di meno che al club torinese bianconero. La decisione merita, indubbiamente, qualche riflessione se non altro perché si tratta di una diga che si rompe e, quindi, a cascata aprirà le porte alle richieste di risarcimento di altri tifosi stanchi di non godere appieno dello spettacolo calcistico per il quale hanno affrontato un viaggio, magari un soggiorno, e pagato un biglietto d’ingresso. Ma la società di calcio paga sempre per le marachelle (… si fa per dire) e, più propriamente, per gli atti illeciti commessi dai propri tifosi? Dipende da …