La notizia dell’applicazione della misura cautelare degli
arresti domiciliari per un cospicuo numero di dipendenti del Comune di Sanremo
ha destato un certo clamore mediatico. Il fatto è, per la verità, noto e
arcinoto, e non si tratta di una condotta isolata ma, anzi, di una modalità
comportamentale che, a mio sommesso avviso, riguarda l’intera Pubblica
Amministrazione e alla quale bisognerebbe riservare maggiore attenzione. Certo,
generalizzare è sbagliato e non è rispettoso per tutti coloro che, invece, il
lavoro lo svolgono bene, con puntualità e rispetto delle regole. In ogni caso,
com’era ovvio aspettarsi, l’opinione pubblica è veramente indignata, talmente
offesa dal comportamento di questi fannulloni che è sorta la necessità morale
di indire delle vere e proprie petizioni popolari per stabilire quale sia il
pensiero comune con riguardo all’immediato licenziamento dei dipendenti furbetti.
E allora, mi sono chiesta anch’io, come tutti, perché ancora i responsabili
degli illeciti non siano stati licenziati in tronco, considerata la giusta
causa che sorreggerebbe tale provvedimento. La questione occorre, come sempre,
affrontarla da un punto di vista giuridico…