Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, oltre che i sempre più frequenti casi di cronaca, mi hanno spinta ad approfondire un tema abbastanza inedito, ossia il cosiddetto stalking condominiale, una particolare applicazione giurisprudenziale della tristemente nota figura criminosa codificata all’art. 612 bis del codice penale, rubricato in Atti persecutori. Il reato di stalking generico è stato introdotto dal Legislatore mediante il decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11, successivamente convertito nella legge 23 aprile 2009, n. 38, al fine di porre rimedio al crescente fenomeno di violenza, sia morale sia fisica, che si concretizzano poi in condotte persecutorie e di interferenza nella vita privata di una persona, rendendola sostanzialmente invivibile. Prima di soffermarci sulla particolare figura dello stalking condominiale, è bene, dunque, dare un’occhiata all’istituto giuridico in generale così da averne una visione più chiara…
lunedì 30 giugno 2014
MINACCE E MOLESTIE IN CONDOMINIO. È STALKING!
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venerdì 27 giugno 2014
CHIRURGIA ESTETICA: CONSENSO INFORMATO SEMPRE, ANCHE PER LA RIMOZIONE DI UN TATUAGGIO
Quando si rivolge a me qualcuno che reclama tutela in relazione ad un errore medico uno dei primi quesiti che pongo riguarda la circostanza dell’informazione. Chiedo, dunque, se il medico ha fornito, prima dell’esecuzione dell’intervento, un’informativa dettagliata e completa sia con riguardo alle modalità di esecuzione sia in relazione alle possibili conseguenze e agli esiti della stessa operazione. Ciò accade in particolare se l’intervento non è considerato, da un punto di vista medico, come necessario. La riflessione è piuttosto attuale e mi è stata sollecitata dalla lettura di un’interessante sentenza della Cassazione che ha posto in evidenza in modo chiaro e analitico alcuni criteri riguardanti le modalità di una corretta informazione in materia di chirurgia estetica ovvero in relazione a tutti quegli interventi cui il paziente si sottopone senza una vera necessità medica ma per finalità diverse. Un esempio significativo lo fornisce una delle tendenze degli ultimi anni: tutti pazzi per i tattoo, ma se si decide di rimuoverli? Vediamo di che si tratta …
mercoledì 25 giugno 2014
PAGO IO, PAGHI TU O IL CONDOMINIO? LA CASSAZIONE RIPENSA AI DANNI DA INFILTRAZIONE DAL LASTRICO SOLARE
Quando in un condominio c’è un lastrico solare prima o poi, si sa, diventa necessario affrontare il problema delle infiltrazioni e delle conseguenti riparazioni o, nei casi più gravi, al completo rifacimento della sua impermeabilizzazione. Al lastrico solare vengono equiparate le terrazze a livello, che, pur non essendo collocate nella parte terminale dell’edificio, svolgono comunque una funzione di copertura. A sua volta il lastrico solare può essere di proprietà ed uso comune oppure di proprietà comune ed uso esclusivo di un condomino oppure, ancora, di proprietà ed anche uso esclusivo di un singolo proprietario. I casi possono, quindi, essere diversi. Cosa accade, allora, quando si verifica un’infiltrazione proveniente appunto dal lastrico solare che provoca danni agli appartamenti sottostanti allo stesso?
lunedì 23 giugno 2014
ECCESSO DI VELOCITÀ: QUANDO IL GIUDICE LO CONSIDERA GUIDA PERICOLOSA
L’avvicinarsi delle ferie estive e, talvolta, la fretta di raggiungere la meta scelta, riporta in evidenza il delicato tema delle infrazioni stradali, ponendo questa volta l’attenzione a quei casi in cui, oltre all’eccesso di velocità, nel verbale venga altresì contestata la guida pericolosa del conducente. Sul punto, infatti, vi sono state di recente interessanti pronunce che forniscono la possibilità agli utenti della strada quantomeno di provare a difendersi sull’argomento. Certo la riflessione non vuole essere un invito alla commissione di infrazioni pericolose quale è quella in argomento, d’altra parte è anche vero che gli agenti verbalizzanti hanno l’onere di redigere le contestazioni seguendo alcuni inderogabili criteri che i giudici mettono in evidenza. Esaminiamo uno di questi principi…
mercoledì 18 giugno 2014
SE PENSAVI DI CAVARTELA CON UN REGALO…
Il tema del mantenimento dei figli minori, purtroppo, ricopre costantemente un ruolo di primo piano nella giurisprudenza della Cassazione Penale, dal momento che sono frequenti casi in cui i genitori, peraltro in misura drasticamente maggiore i padri, “dimenticano” che un figlio ha delle necessità primarie da soddisfare, come ad esempio mangiare o vestirsi, che implicano necessariamente dei costi, dunque denaro. A tal proposito, una recentissima sentenza della Cassazione Penale ci offre la possibilità di approfondire l’argomento in quanto mette in evidenza la circostanza per la quale il genitore presso cui non sono collocati stabilmente i figli, sul quale dunque grava l’obbligo di contribuire al mantenimento, che faccia dei regali ai medesimi, senza contestualmente provvedere al versamento dell’assegno di mantenimento al genitore presso cui sono collocati stabilmente, di per sé non esclude la commissione del reato di cui all’art. 570 del codice penale, ossia la violazione degli obblighi di assistenza morale e materiale della famiglia. Prima di analizzare la sentenza oggetto del presente contributo, vediamo come il nostro ordinamento giuridico qualifica chi tenta di sfuggire alle proprie responsabilità genitoriali…
lunedì 16 giugno 2014
L’ASSICURAZIONE CHE RITARDA A RISARCIRE, PAGA OLTRE IL MASSIMALE
Leggendo qua e là mi sono imbattuta nella notizia
della recente pubblicazione (9 giugno 2014), da parte della Corte di
Cassazione, dell’ennesima sentenza che ha confermato la condanna di una
compagnia di assicurazione per aver colposamente ritardato il risarcimento nei
confronti del danneggiato, gravemente leso, pur avendo a disposizione elementi
tali da giustificarne l’immediata corresponsione. Premetto che non ho ancora
avuto modo di esaminare con attenzione il contenuto della pronuncia e, quindi,
mi riservo di tornare sull’argomento, l’annuncio è comunque un’opportunità per
sottolineare che la cattiva e negligente gestione dell’iter risarcitorio,
conseguente ad un sinistro stradale, che pregiudica o rende difficoltosa
l’acquisizione del risarcimento, nella sfera del danneggiato e dei propri
familiari, comporta per l’impresa di assicurazione un esborso maggiore per
responsabilità aggravata anche oltre il massimale indicato nel contratto
assicurativo obbligatoriamente stipulato per la responsabilità civile auto e
ciò sia nei riguardi di chi ha subito i danni (mala gestio impropria) sia nei
riguardi dell’assicurato danneggiante (mala gestio propria) per quanto
quest’ultimo avrebbe potuto versare, oltre al massimale, se l’impresa
assicuratrice avesse agito diligentemente. Cosa significa e cosa comporta
l’enunciazione di tale principio? Vediamolo insieme …
sabato 14 giugno 2014
007 LA SPIA CHE MI PEDINAVA: IN CASO DI SEPARAZIONE VALE LA RELAZIONE INVESTIGATIVA CHE DOCUMENTA L’ADULTERIO?
Questo è uno dei quesiti che mi vengono posti più di frequente quando mi si affida l’incarico di procedere con la domanda di separazione giudiziale, a fronte della scoperta dell’infedeltà (magari prolungata) di uno dei due coniugi. In altre parole: qual è l’efficacia probatoria della relazione investigativa assunta e allegata come prova del tradimento nella causa di separazione con richiesta di addebito al coniuge fedifrago? Oppure ancora mi capita di sentir dire “… ma avvocato, lei ritiene che affidare l’incarico a un’agenzia investigativa per documentare l’adulterio sia davvero utile oppure si tratta di un mero tentativo che non è detto venga valutato dal giudice?” Domande legittime a cui una recente sentenza della Cassazione ha dato risposta ponendo, d’altro canto, in evidenza che la questione relativa alla liceità della relazione investigativa è già stata affrontata dai giudici, sia di merito sia di legittimità in molte occasioni e, quindi, la decisione di qualche settimana fa va coordinata con i provvedimenti assunti in passato sullo stesso argomento. Mi pare, dunque, giusto porre in evidenza il principio che è stato enunciato anche al fine di fornire una risposta chiara ed esauriente ai quesiti.
mercoledì 11 giugno 2014
MIGLIOR AMICO DELL’UOMO O PEGGIOR NEMICO DEL VICINO?
Una delle novità della legge di riforma del condominio è quella che sancisce il diritto dei proprietari di detenere animali domestici all’interno della propria abitazione. Il legislatore, infatti, ha introdotto all’articolo 1138 del codice civile un comma, il quinto, che espressamente dispone che “le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”. Una norma che vuole essere espressione del principio di quelle libertà che spettano ad ogni singolo condomino di poter godere e disporre al meglio della propria proprietà esclusiva facendo rientrare a pieno titolo la detenzione degli animali domestici nelle facoltà di godimento del proprietario dell’immobile. Ne consegue che un divieto non può essere contenuto negli ordinari regolamenti condominiali approvati dalla maggioranza dei partecipanti ma solo in un regolamento approvato con il consenso unanime dei condomini poiché solo in tal modo è possibile limitare le facoltà comprese nel diritto di proprietà. Come si concilia, quindi, il diritto alla detenzione di animali in appartamento con il diritto alla quiete e al riposo dei vicini di casa?
lunedì 9 giugno 2014
LA SCUOLA È FINITA: GIUDIZI, PREGIUDIZI E BOCCIATURE DISCUTIBILI
In questi giorni gli studenti della maggior parte degli istituti festeggiano la fine dell’anno scolastico. Qualcuno ha la valigia già pronta per la partenza e qualcun altro è in “religioso raccoglimento” (leggasi “prega”) in attesa degli scrutini finali che ne determineranno il destino estivo. Quale migliore occasione, dunque, per affrontare il delicato e spinoso argomento della bocciatura, prendendo spunto da alcune recenti decisioni dei Tribunali Regionali Amministrativi, meglio conosciuti come TAR, e della Cassazione che hanno dettato degli interessanti principi cui i Consigli di classe, e i docenti che ne fanno parte, dovrebbero uniformare l’esercizio del loro potere discrezionale in relazione alla valutazione dei risultati e, quindi, alla sorte dei loro alunni. Potere che spesso viene esercitato con buon senso e nel rispetto delle normative vigenti in materia e altre volte travalicando i limiti imposti dalla legge per applicare, o “tentare” di applicare, una giustizia molto personale che tiene conto di giudizi o pregiudizi decisamente soggettivi e che danno luogo, in alcune occasioni, a decisioni giuridicamente discutibili. Vediamo allora quali sono questi principi …
sabato 7 giugno 2014
AFFITTI: TORNA (PER POCO) IL PREMIO PER CHI DENUNCIA QUELLI IN NERO
Il 19 marzo 2014 ho pubblicato un commento alla sentenza n. 50/2014 della Corte Costituzionale che aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che consentivano agli affittuari di abitazioni, senza regolare contratto, di sanare la propria posizione dichiarando al fisco l’esistenza di accordi in nero, ottenendo in tal modo il riconoscimento di un regolare contratto con canone molto basso (pari al triplo della rendita catastale). In altre parole il Governo eccedendo i propri poteri aveva emanato delle norme per le quali non aveva poteri in virtù di quanto stabilito nella Legge Delega (Legge n. 42 del 2009), che dettava i limiti entro cui il Governo avrebbe potuto legiferare in materia di federalismo fiscale. Avendo utilizzato lo strumento del Decreto Legislativo, in spregio all’art. 76 della Costituzione, il Governo aveva per così dire sforato e, quindi, la Corte Costituzionale lo ha bacchettato. Una recente Legge regolamenta oggi ciò che la Corte Costituzionale aveva spazzato via. Vediamo come…
mercoledì 4 giugno 2014
CID: ANCHE IN PRESENZA DI ERRORE MATERIALE L’ASSICURAZIONE DEVE PAGARE
L’argomento era già stato affrontato in un post precedente ma, visto il susseguirsi di sentenze accompagnato da domande che frequentemente mi vengono poste, vale la pena tornarci sopra per sottolineare alcuni importanti principi che ancora di recente sono stati ribaditi dai giudici della Suprema Corte. In questo post affronterò, dunque, nuovamente il tema del valore probatorio della Constatazione Amichevole di Incidente, vale a dire C.A.I., o modulo C.I.D., che sta per Convenzione Indennizzo Diretto, o ancora modulo blu. Con diverse denominazione si fa quindi riferimento allo stesso modulo che, in occasione dei sinistri stradali, viene compilato dai conducenti coinvolti; operazione che necessita, come più volte sottolineato, di calma e attenzione. Lo spunto per tornare sulla questione mi è stato, fornito da una recente sentenza della Suprema Corte che ha sottolineato cosa accade quando i compilatori, poco accorti, forniscono dati sbagliati. In questi casi l’assicurazione darà seguito alle richieste di risarcimento?...
martedì 3 giugno 2014
DIRITTO ALL’OBLIO: COME FARSI DIMENTICARE (Google carica il modulo)
Come anticipato nell’ultimo post, continuiamo a parlare di diritto all’oblio, un tema che sta suscitando non poche domande. A distanza di appena poco più di due settimane dalla pubblicazione, la sentenza del 13 maggio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha spinto il motore di ricerca Google a correre ai ripari, tanto che lo stesso ha prontamente reso disponibile online un modulo attraverso il quale gli utenti europei potranno richiedere la rimozione dei risultati di ricerca ritenuti inopportuni o, addirittura, lesivi del diritto al trattamento dei propri dati personali sensibili. Tale iniziativa non può che destare un certo interesse, soprattutto in relazione al bilanciamento che dovrà necessariamente essere attuato tra il diritto all’oblio ed il diritto all’informazione. Chi controllerà quali siano le informazioni opportune e quali, al contrario, non lo sono più? Cerchiamo di capirlo insieme…
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