Non ha nulla a che fare
con il traffico urbano e non indica neppure una vendita illecita di influenze
fasulle per lavoratori assenteisti. In realtà, questa espressione suggestiva ed
affascinante, ma sconosciuta ed insignificante per i più, altro non è che il
nome di un reato introdotto dalla Legge Severino, che ha riformato la
disciplina di vari reati contro la pubblica amministrazione. L’occasione per
venirne a conoscenza è stata fornita dal clamore mediatico che sta
accompagnando la notizia di un’inchiesta per corruzione negli appalti delle
pubbliche amministrazioni, che vedrebbe coinvolto anche il padre dell’ex
Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Vediamo, allora, di cosa si sta
parlando ed in cosa consista esattamente questo reato.
lunedì 27 febbraio 2017
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE, MA COS’È?
mercoledì 22 febbraio 2017
TAXI CONTRO NCC: QUANDO SPUNTA LA PISTOLA (GIOCATTOLO)
Argomento decisamente hot, da qualche giorno, infatti, non
si fa altro che parlare della protesta dei tassisti, cui si sono accodati i
conducenti di auto a noleggio, che reclamano a gran voce una regolamentazione
del settore ferma da anni e promessa a più riprese dai governi che si sono
succeduti negli ultimi due decenni. Non si tratta solo di una questione di
informazione considerato che il trasporto, pubblico o privato che sia, svolge
una funzione, per così dire, sociale. Il tema che vorrei affrontare oggi,
tuttavia, non è l’indignazione ed il malcontento popolare, seppur
indiscutibile, per la totale assenza di questo importante e indispensabile
servizio in quasi tutte le maggiori città italiane. Ciò che ha solleticato la
mia vena scribacchina oltre all’evento in sé e al clamore mediatico che ha
suscitato, è in realtà il clima di forte tensione che sta caratterizzando la
protesta. La categoria è davvero molto compatta, arrabbiata e determinata.
Prima era Taxi contro Uber, ora contro NCC e il Decreto Milleproroghe proposto
dal governo Gentiloni, dargli torto? Rispondendo non vorrei cedere alle
consuete e facili invettive contro coloro cui abbiamo affidato il difficile e
nobile compito di legiferare. Non cederò, quindi, all’umana tentazione
limitandomi a circoscrivere il mio pensiero di giurista alle conseguenze cui,
ahimè, andranno incontro i protagonisti di questa vicenda con riguardo, in
particolare, a qualcuno tra gli episodi più eclatanti balzati agli onori della
cronaca. Cerchiamo di capire…
mercoledì 15 febbraio 2017
LAVORO: ATTENZIONE A LICENZIARE LA LAVORATRICE MADRE!
La recente notizia di un singolare datore di lavoro che non solo non ha discriminato una donna al momento dell’assunzione per il suo status di gestante ma addirittura le ha garantito modalità di svolgimento dell’attività lavorativa consoni alla situazione, mi induce a tornare sull’argomento licenziamento per maternità. Sebbene nel nostro ordinamento giuridico esistano principi e norme che sanciscono la parità di genere, le donne purtroppo sono ancora oggetto di discriminazione, soprattutto nel mondo del lavoro e soprattutto se madri. Basti pensare alle disuguaglianze retributive e di carriera, all’inattuazione delle politiche di conciliazione maternità lavoro, ai casi di mobbing per maternità. Sul posto di lavoro, infatti, la maternità viene ancora percepita e gestita come un elemento invalidante e, quindi, penalizzante per la lavoratrice, che spesso viene indotta fino alle dimissioni pur di sottrarsi a condizioni di lavoro insensibili o indifferenti al suo stato o addirittura volutamente pregiudizievoli. Ecco perché fanno notizia sentenze che ribadiscono diritti e tutele che invece dovrebbero trovare naturale applicazione. Come quella del TAR del Lazio che in questi giorni ha dato ragione a una soldatessa esclusa perché incinta da un concorso della Guardia di Finanza o quella della Corte di Cassazione che ha chiarito quando si configura la colpa grave quale causa che giustifica il licenziamento della lavoratrice madre. Ed è su quest’ultima che ci soffermiamo…
lunedì 13 febbraio 2017
ASSICURAZIONE: A "SUA INSAPUTA" SI PUÒ!
Il recente caso del Sindaco di Roma Virginia Raggi, che si è ritrovata, a sua insaputa, beneficiaria di due polizze assicurative stipulate da un’altra persona, ha riempito e tuttora riempie le pagine di giornali e telegiornali, suscitando polemiche politiche, sospetti di corruzione, sconcerto e ilarità fra quanti si chiedono come sia possibile che solo ai politici capiti di trovarsi ignari intestatari di proprietà, conti e ora anche di polizze sulla vita. Ma, in realtà, al di là della connotazione politica o del profilo investigativo giudiziario che la vicenda può assumere o rivestire, l’essere, senza saperlo, beneficiari di un rapporto contrattuale non è una cosa anomala, sospetta o vietata, anzi, è espressamente previsto e consentito dal nostro ordinamento. Vediamo in che modo ….
lunedì 6 febbraio 2017
TASER: IN ITALIA SI POSSONO SPARARE SCOSSE ELETTRICHE?
Con la globalizzazione,
sempre più forte e sentita, siamo venuti a conoscenza di diversi beni e
strumenti fabbricati e ideati negli altri Stati del mondo. Cibo, sport,
tecnologie, mezzi di comunicazione: tutto può essere di tutti e da tutti
utilizzato. Ci sono, però, alcuni prodotti per i quali sono richieste alcune
condizioni e precauzioni. Uno di questi è il Taser, vale a dire un mini fucile
elettronico che spara scosse elettriche e stordisce la vittima. Si tratta,
quindi, di una vera e propria arma, di per sé non letale, che tuttavia può
cagionare lesioni gravi o addirittura la morte quando chi viene colpito non è
in buona salute. È chiaro che possedere uno di questi oggetti rassicurerebbe
un’ampia categoria di persone. Prime tra tutte le donne che, sono certa, si
sentirebbero più sicure se dotate di un tale strumento di difesa. Ma in Italia
è lecito l’impiego di quest’arma? Vediamolo insieme …
mercoledì 1 febbraio 2017
SEPARAZIONE: L’ABBANDONO DEL TETTO CONIUGALE È SEMPRE ILLEGITTIMO?
In contesti di disgregazione familiare in cui le tensioni inevitabilmente
si amplificano, sorge spesso la necessità di considerare l’allontanamento dalla
casa familiare quale utile ed immediata soluzione per quietare gli animi e far
cessare, o quanto meno limitare, i litigi. Ciò tanto più in presenza di figli che,
già gravati dal peso e dal trauma della fine del legame affettivo genitoriale,
concepito come idealmente indissolubile, sono spesso costretti ad assistere,
loro malgrado, agli alterchi, talvolta furibondi, tra mamma e papà. La prole
non trae, dunque, certo giovamento dalle situazioni di quotidiano conflitto
generato da rabbia, rancore e continue recriminazioni. La questione, tuttavia,
non è di poco conto se si considera che uno dei principali doveri che
discendono dal matrimonio è proprio l’obbligo di coabitazione. L’ordinamento
giuridico, infatti, stabilisce che dal matrimonio derivi l’impegno reciproco
alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione
nell’interesse della famiglia ed alla coabitazione. Ciò significa che l’abbandono
del tetto coniugale, che interrompe la convivenza familiare, prima della
separazione legale, pone in essere una condotta che, sul piano giuridico, ha
delle conseguenze. Credo che soffermarsi sulla questione e comprendere se tale
comportamento sia sempre considerato illegittimo possa essere utile…
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