Se la questione è finita nuovamente nelle aule di Tribunale, al vaglio dei giudici, è perché purtroppo si è drammaticamente ripetuta e ha coinvolto soggetti indifesi che avrebbero dovuto, invece, essere protetti. L’ambiente scolastico, infatti, al pari di quello familiare, dovrebbe garantire lo sviluppo psico-fisico equilibrato dei bambini e dei giovani che ne fanno parte. Al di là, quindi, dello sgomento che si prova di fronte all’apprendimento del verificarsi di certi eventi, ciò che mi pare interessante segnalare, è l’approccio autorevole della magistratura di legittimità che ha stabilito, in sintesi, che gli schiaffi del docente non vanno inquadrati nel reato di abuso dei mezzi di correzione ma in quello diverso, e più severamente punito, dei maltrattamenti. La questione non è di poco conto poiché, a differenza di quanto avevano ritenuto i giudici del merito, la Suprema Corte ha non solo stabilito tale principio ma ha colto l’occasione per precisare che i due reati sono nettamente distinti tra loro. Ma vediamo nel dettaglio…
lunedì 29 febbraio 2016
mercoledì 17 febbraio 2016
PUBBLICI ESERCIZI: SI PUÒ VIETARE L’INGRESSO AI BAMBINI NEI RISTORANTI?
Lo ammetto, posta così, la domanda può sembrare strana e incomprensibile. Eppure è quello che è accaduto qualche giorno fa in un noto ristorante romano, il cui titolare con un cartello affisso alla porta del locale ha vietato l’ingresso ai bambini al di sotto dei 5 anni oltre che ai passeggini e ai seggioloni. Il motivo? La generale maleducazione dei bambini e la mancanza di spazio per ospitare gli ingombranti trasportini. La notizia mi ha molto incuriosita non solo in quanto mamma e, quindi, potenziale persona indirettamente non gradita in locali del genere, ma anche in quanto giurista, chiedendomi se simili divieti siano legittimi. Così, approfondendo l’argomento, mi sono resa conto che questo non è il primo caso, ma che anzi anche in Italia si sta diffondendo la moda nata negli USA dei locali cosiddetti No Kids, cioè ristoranti, hotel, persino pasticcerie, vietati ai bambini al di sotto di una certa età. Una moda che ha diviso l’opinione pubblica, tra chi, ritenendo che i gestori abbiano tutto il diritto di selezionare i loro ospiti, l’ha accolta favorevolmente, e chi, scandalizzandosi per gli effetti tendenzialmente discriminatori, la respinge.
lunedì 15 febbraio 2016
STREET CONTROL: LA PESCA MIRACOLOSA DELLE MULTE A STRASCICO
Mentre in Parlamento si
sta lavorando per disciplinare l’uso eccessivo degli autovelox, spesso
utilizzati dai Comuni più come mezzo per fare cassa che per garantire la
sicurezza stradale, il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha
affermato la legittimità dei verbali elevati con lo Street Control. Un sistema
che, consentendo di elevare fino a sei multe al minuto, è considerato una
macchina sparamulte, proprio come gli odiati autovelox. Si parla, infatti, di
multe a strascico. Ma, come funziona? Mentre l’auto dei vigili cammina, una
telecamera posta sopra riprende le targhe delle auto parcheggiate in divieto
nel raggio di 20 metri. I dati rilevati vengono inviati a un tablet nell’auto
ed analizzati da un vigile, che li trasmette alla centrale. Da qui, i dati sono
incrociati con quelli delle banche dati della Motorizzazione e delle imprese
assicuratrici: in tempo reale, si verifica se la macchina ha violato il Codice
della Strada, non è assicurata, non è revisionata o è stata rubata. In caso di
irregolarità, il vigile col tablet verifica che il verbale sia corretto e fa
partire la procedura fino alla notifica di contestazione.
venerdì 12 febbraio 2016
TELEMARKETING: CALL CENTER INVADENTI ARRIVA IL CODICE ETICO
A quanti di noi è capitato che, dopo una lunga giornata di lavoro, seduti al tavolo e con la forchetta in mano pronti a gustare il primo boccone di una desiderata cena, sentiamo il telefono di casa squillare? Immagino a molti. Così abbassiamo la posata, ci alziamo da tavola e ci dirigiamo verso la postazione del telefono: chissà, magari è qualcosa di importante! E invece no, messa la cornetta vicino all’orecchio la prima cosa che sentiamo sono dei rumori di ufficio di sottofondo che ci fanno subito capire quale sarà il tenore della telefonata. Tra un “Mannaggia a me che ho risposto!” e un “Ma hanno i superpoteri? Perché mi beccano sempre durante la cena?”, decidiamo di essere educati e di rispondere con un semplice “Pronto”. Da lì inizia un flusso di parole difficile da capire ma, soprattutto, da interrompere. Chi con gentilezza, chi con modi un po’ più rudi, si cerca sempre di dire che non si è interessati a nessuna promozione, affare o abbonamento e di terminare nel minor tempo possibile quella telefonata. Una volta messa giù la cornetta, il pensiero di molti di noi è se esistono degli strumenti per tutelarci da queste chiamate aggressive, così da non riceverle più. Ebbene, esistono! Vediamo insieme quali sono…
mercoledì 10 febbraio 2016
GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, QUESTIONE DI CENTESIMI
Nella nostra quotidianità, ai centesimi non diamo poi così tanta importanza. Sia che ci troviamo al supermercato sia che prendiamo alcune misure, l’occhio ci cade soprattutto sul numero che si trova prima della virgola. In realtà, anche i centesimi hanno una loro importanza. È quello che sembra dire la Corte di Cassazione penale con sentenza del 5 gennaio 2016. I giudici di legittimità, infatti, hanno ritenuto colpevole del reato di guida in stato di ebbrezza un soggetto che aveva superato il valore soglia, di 0,8 g/l, di ben 0,07 centesimi. Vediamo insieme questa simpatica, non di sicuro per il protagonista, vicenda…
lunedì 8 febbraio 2016
ANCHE LA MANO MORTA È VIOLENZA SESSUALE
Lo sapevate che la mano morta non è considerata dai giudici molestia bensì violenza sessuale? Ebbene sì, al di là del significato storico dell’espressione, da cui indubbiamente deriva, tale condotta si manifesta sia nella sopraffazione fisica della vittima sia nell’insidia dell’azione criminosa che si traduce appunto in una sorta di invasione nella sfera di libertà sessuale altrui. Quindi attenzione a fare gli spiritosi spingendovi alla palpatina mordi e fuggi o ad allungare semplicemente la manina mentre siete sul tram facendo finta di essere narcolettici, perché la condanna è certa. La palpata resta, infatti, sempre un toccamento qualunque sia la zona erogena interessata. Che sia dunque il seno, il fondoschiena o la coscia poco importa: se il palpeggio è indesiderato si consuma il reato di violenza sessuale e la condanna può essere decisamente pesante. Tutto chiaro? Vediamo però di capire insieme perché tanto rigore…
venerdì 5 febbraio 2016
DEPENALIZZAZIONE: IL 7 E L’8 (PARTE SECONDA)
Riprendiamo il discorso da dove eravamo rimasti, e precisamente dal secondo dei due decreti, che mi ero posto l’obiettivo di analizzare, per meglio comprendere l’evoluzione legislativa in relazione alla depenalizzazione dei reati di minore gravità, per i quali il nostro legislatore ritiene opportuno siano sottratti all’accertamento del giudice più severo, il giudice penale.
lunedì 1 febbraio 2016
DEPENALIZZAZIONE: IL 7 E L’8 (PARTE PRIMA)
Anche se questi due numeri pronunciati in sequenza sono evocativi di un divertente film comico italiano di Ficarra e Picone, questa volta riguardano due nuovi decreti legislativi, per l’appunto il n. 7 e il n. 8, i quali hanno portato una ventata di novità, che certo non passerà inosservata ai più attenti lettori e amanti del diritto. I due nuovi provvedimenti non si limitano ad apportare piccole modifiche, bensì stravolgono completamente il codice penale soprattutto in relazione ai reati di minori gravità, oltre ad averne eliminati un certo numero e averli ricondotti nelle più mitigate categorie dell’illecito amministrativo e civile. Come a noi giuristi è ben noto infatti, lo strumento della sanzione penale viene utilizzato dal legislatore solo quale extrema ratio, potendo essere impiegata quando nessun altro strumento legislativo è in grado di poter tutelare il bene giuridico contenuto e protetto in ciascuna delle norme ricomprese dal codice penale. Ciò è ancora più comprensibile se si osserva come le tipologie di reato vadano via via modificandosi nel tempo, in virtù di un sentire popolare in costante evoluzione, così come a diversi livelli si pongono le soglie di tolleranza e di percezione di alcuni comportamenti ritenuti dallo stato illegittimi o di specifici beni giuridici meritevoli di una tutela.
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