Come promesso, eccomi di nuovo ad esaminare le caratteristiche professionali e i profili giuridici della figura dell’assistente sociale, allo scopo di soddisfare l’esigenza di informazione che alcuni lettori hanno manifestato nelle loro e-mail specialmente con riguardo al tipo di responsabilità che grava su tale professionista e tenendo ben presente il fatto che il soggetto in questione si trova, di fatto, a svolgere la propria attività in una società in divenire estremamente complessa. Come anticipato nel corso del precedente post sull’argomento, il compito primario dell’assistente sociale sostanzialmente si realizza nel creare un collegamento tra il cittadino bisognoso e le istituzioni, intervenendo materialmente in aiuto dell’utente che necessita di sostegno. I Servizi Sociali, all’interno dei quali opera tale figura professionale, infatti, sono stati creati proprio per intervenire laddove sorgano difficoltà nel vissuto esistenziale di una persona o di una comunità. Vediamo, dunque, insieme quali sono i principi etici su cui si fonda il lavoro dell’assistente sociale e quali sono le conseguenze del cattivo operato del profilo in esame.
venerdì 29 agosto 2014
L’ERRORE DELL’ASSISTENTE SOCIALE LO PAGA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
lunedì 25 agosto 2014
RUBANO IN HOTEL, L’ALBERGATORE È RESPONSABILE
Mi auguro che questo periodo di pausa estiva abbia fatto bene a tutti: sia a coloro che hanno avuto la fortuna di viaggiare sia a coloro che, per vari motivi sono stati costretti a restare in città. Per quanto mi riguarda, oltre al riposo del fisico e della mente, ho approfittato di qualche giornata di maltempo per leggere alcune delle domande che continuano ad arrivare numerose. Tra quelle più ricorrenti, in questo periodo, ci sono le richieste relative al comportamento più corretto da tenere, nel caso di permanenza (breve o prolungata) in hotel, con riguardo alle cose, quali ad esempio gioielli, denaro e autovetture, che temporaneamente vengono portate all’interno di queste strutture. In particolare, poi, mi viene chiesto se l’albergatore risponde sempre e comunque del furto avvenuto all’interno dell’albergo e in che misura. L’argomento oltre che attuale è giuridicamente piuttosto interessante. Vediamo perché …
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venerdì 8 agosto 2014
CASSA DI CONDOMINIO SVUOTATA, CHE FARE?
Recentemente il sig. Nello ci ha sottoposto proprio questa domanda, ovvero quale sia il criterio di ripartizione per la costituzione di un fondo finalizzato al pagamento dei fornitori del condominio nell’ipotesi in cui si sia verificato un ammanco dovuto alla sottrazione della cassa da parte dell’ex amministratore e non all’omesso versamento delle quote condominiali da parte dei condomini. La situazione prospettata è comune a molti condomini (molti più di quanto non si pensi). Spesso, infatti, l’assemblea si vede costretta a deliberare un Fondo per far fronte alle morosità o, come nel caso del signor Nello, a un ammanco di cassa determinato dalla “mala gestio” del precedente amministratore poi naturalmente destituito. Lo sgomento dei condomini che si vedono costretti, in tale circostanza, a versare nuovamente quanto già corrisposto per il pagamento di beni e servizi di cui il condominio necessita, è ovviamente notevole. Come si deve regolare, allora, il nuovo amministratore con riguardo alla costituzione del Fondo per sopperire alla carenza di liquidità ed evitare la chiamata in giudizio dei fornitori che giustamente pretendono di essere pagati? Dovrà ripartire le quote per millesimi di proprietà, visto che il debito riguarda indistintamente il condominio oppure utilizzare un altro criterio?
lunedì 4 agosto 2014
ASSISTENTE SOCIALE: CONOSCERE PER CAPIRE
Nonostante lo spirito vacanziero che si respira in questi giorni, carico di spensieratezza e voglia di godersi un po’ di meritato riposo, non posso esimermi dal rispondere ad una mail ricevuta recentemente da una nostra follower, in particolare dalla Sig.ra Crisia, la quale mi offre la possibilità di affrontare un tema estremamente delicato, finanche spinoso ed emotivamente impegnativo, quale il ruolo ricoperto dagli assistenti sociali in caso di separazione burrascosa tra ex conviventi laddove vi siano figli minori da tutelare. Nella specie, la nostra lettrice chiedeva chiarimenti in relazione non solo al comportamento che i genitori di figli minori devono assumere qualora vengano affiancati e supportati dai servizi sociali, ma anche in ordine alle competenze proprie degli assistenti sociali stessi, chiamati a dover gestire situazioni di conflitto tutelando, primariamente, il benessere dei piccolini. Detto ciò, vediamo come l’ordinamento giuridico ha scelto di regolare tale figura …
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