Avere un coniuge
assillante, che ti tempesta di telefonate a qualunque ora della giornata, non è
certamente una cosa piacevole. Ancor più, quindi, se lo fa l’ex coniuge. Anzi,
in certi casi, si rischia di imbattersi nel reato di molestia. È quanto è
accaduto a una donna condannata dal Tribunale per molestie e disturbo a seguito
della denuncia presentata dall’ex marito, che lamentava di aver ricevuto per
più di un mese ripetute telefonate e messaggi disturbanti da parte della moglie
separata, nonostante avesse cambiato più volte il numero di telefono. La
frequenza e la continuità delle telefonate dimostravano, infatti, che il mezzo
telefonico era stato utilizzato non per uno scopo normale di comunicazione, ma
per esercitare un indebito disturbo al destinatario. Posto che il suo fine non
era quello di arrecare disturbo, quanto piuttosto di ricercare un contatto con
l’ex nell’interesse dei figli, la donna ha fatto ricorso alla Corte di
Cassazione. Scopriamo come è finita…
lunedì 25 luglio 2016
giovedì 21 luglio 2016
CRITICA GIUDIZIARA: DIRITTO RICONOSCIUTO, MA OCCHIO AI LIMITI
Negli ultimi tempi, i magistrati e l’intero potere
giudiziario sono stati spesso al centro di attacchi e critiche da parte non
solo di comuni cittadini, ma anche di politici o, comunque, esponenti degli
altri poteri dello Stato, che hanno rivolto all’indirizzo di sentenze e
magistratura parole e commenti duri ed eccessivi, tali da mettere finanche in
dubbio la stessa indipendenza, imparzialità e terzietà dei giudici. Tali
critiche sono lecite o diffamatorie? Oltre a ledere potenzialmente la dignità
personale e la professionalità degli stessi magistrati criticati, non potrebbe
astrattamente incidere, influenzandole, sull’indipendenza e autonomia della
magistratura? È importante capire con quali modalità e soprattutto i limiti che
occorre tenere d’occhio per il corretto esercizio del diritto di critica…
venerdì 8 luglio 2016
FURTO: IN STATO DI NECESSITÀ NON È REATO
La vicenda di cui si è
occupata recentemente la Corte di Cassazione, può ben dirsi rivoluzionaria agli
occhi di un giurista e dotata di giustizia sostanziale per un comune cittadino.
I giudici di legittimità sono stati chiamati a decidere sul se deve essere
sanzionato penalmente un soggetto che si è impossessato, all’interno di un
supermercato, di due pezzi di formaggio e una confezione di wurstel, per un
valore complessivo di circa quattro euro. Si trattava, in particolare, di un
ragazzo straniero, senza fissa dimora né lavoro che, non appena scoperto,
prontamente restituiva la merce rubata, pagando solo per ciò che si poteva
permettere ossia una confezione di grissini. La Sezione V della Corte di
Cassazione, per la prima volta, ha ritenuto di poter assolvere l’imputato per
aver commesso il fatto in stato di necessità. Scopriamo insieme i dettagli di
questa vicenda…
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