Non so se capita anche a voi ma devo confessare che quando si avvicina la primavera, vuoi per le giornate soleggiate che mettono di per sé allegria, vuoi perché la stagione stessa è sinonimo di rinascita, si scatena in me una gran voglia di cambiamento, che ahimè si traduce quasi sempre in shopping e viaggi. Ora, dato che ormai non sono più una single impenitente, fantasticando su una futura vita a due mi è capitato di approfondire il tema delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e acquisto di mobili, fortunatamente riconfermate anche per tutto il 2015. Tralasciando lo sgomento che ho provato quando ho iniziato a pensare all’acquisto di una cucina e di una lavastoviglie a discapito di libri e scarpe, mi ha particolarmente colpita il fatto che per godere degli sgravi fiscali in parola sia necessario che il pagamento, del mobilio e delle ristrutturazioni, avvenga attraverso il cosiddetto bonifico parlante. All’apparenza, questa definizione può sembrare una sciocchezza ma, nel concreto, riveste un’importanza fondamentale…
RISTRUTTURAZIONI E LAVORI IN CASA: BENEFICI FISCALI PROROGATI Innanzitutto, è il caso di informare i nostri lettori che la Legge di Stabilità approvata per l’anno 2015 ha, tra l’altro, prorogato sino a tutto il 2015 le seguenti detrazioni fiscali:
1) la detrazione Irpef del 50% sulle ristrutturazioni edilizie;
2) la detrazione Irpef del 50% sui mobili e sui grandi elettrodomestici;
3) la detrazione Irpef e Ires del 65% sui lavori per il risparmio energetico qualificato;
4) la detrazione Irpef ed Ires del 65% per le spese sugli interventi antisismici qualificati;
5) la detrazione per le schermature solari esterne degli edifici e per gli impianti di climatizzazione invernale con generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, come la legna da ardere, il pellets, il cippato, il mais fino a un valore massimo della detrazione di 60mila euro (importo massimo della spesa agevolata di 92.307,69 euro).
Possono godere delle agevolazioni su elencate le persone fisiche, gli esercenti arti e professioni, gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale, le società semplici, le associazioni tra professionisti, i condomini (per gli interventi sulle parti comuni condominiali) e i soggetti che conseguono reddito d’impresa (ditte individuali, familiari e coniugali, società di persone e società di capitali).
GLI INTERVENTI DEVONO ESSERE ESEGUITI SU EDIFICI ESISTENTI, cioè già iscritti al catasto o comunque con richiesta di accatastamento, e per i quali sia stata pagata l’Imu, dunque non su quelli in costruzione. Con la legge di stabilità, infine, chi acquista entro 18 mesi dopo la fine dei lavori un’abitazione all’interno di un fabbricato interamente ristrutturato, può ottenere la detrazione Irpef del 50% entro il limite massimo di spesa di 96.000 euro. A far data dall’anno in corso, dunque, saranno agevolati gli interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione e da cooperative edilizie, che provvederanno entro diciotto mesi dalla data di termine dei lavori (prima erano sei mesi), alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile. Lo sconto fiscale spettante all’acquirente di dette unità immobiliari sarà pari al 50% del valore degli interventi eseguiti, che si assume essere in misura pari al 25% del prezzo dell’unità immobiliare medesima e, comunque, sempre entro l’importo massimo di 96.000 euro.
BONIFICO ORDINARIO VS BONIFICO PARLANTE Come anticipato, nonostante l’aggettivo “parlante” susciti simpatia, specie se associato ad un movimento (bancario) tanto odiato quale è il bonifico, purtroppo in uscita e non in entrata, è opportuno ribadire che tale modalità di pagamento riveste importanza fondamentale per poter godere di benefici fiscali in occasione delle ristrutturazioni della propria abitazione e dell’acquisto degli arredi, tanto che in caso di errore o disattenzione il contribuente rischia, addirittura, di non vedersi riconosciute le agevolazioni tributarie tanto agognate. La normativa attualmente vigente è, al riguardo, rigidissima: chi effettua il bonifico in modo errato, infatti, non può più correggerlo, ma dovrà necessariamente farne un secondo. Come se tale assurdità non fosse sufficientemente ridicola, il povero malcapitato contribuente dovrà chiedere non solo all’impresa edile o all’artigiano di emettere una nota di credito per il primo pagamento, ma anche la restituzione dell’importo già bonificato con le modalità sbagliate, confidando nell’onestà del proprio interlocutore, dal momento che il rischio di non avere in restituzione le somme versate non è poi così peregrino. Per evitare queste spiacevoli situazioni, ecco che il Legislatore ha pensato bene di introdurre l’ormai famigerato bonifico parlante, che si differenzia da quello comune perché in esso devono essere specificate tutte le informazioni necessarie imposte dalla legge medesima al fine di non creare confusione con altri pagamenti e non avere problemi nel momento in cui si andrà a presentare la documentazione all'Agenzia delle Entrate per richiedere lo sconto fiscale sulla dichiarazione dei redditi. In altre parole, si ha bonifico parlante laddove nel medesimo vengano espressamente indicati la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario dell’agevolazione e la partita Iva o il codice fiscale dell’impresa beneficiaria del bonifico.
BONIFICO PARLANTE: ISTRUZIONI PER L’USO Lungi dal voler annoiare i lettori con sterili riflessioni sulla triste verità per cui in Italia se si beneficia di qualsivoglia bonus comunque lo stesso sarà poi compensato da altro obolo di eguale misura, o magari peggio, è senz’altro utile evidenziare che ormai in quasi tutte le banche e gli uffici postali sono disponibili dei modellini specifici per i pagamenti finalizzati ad ottenere le detrazioni fiscali sui lavori in casa, dove vengono ben illustrati i campi da compilare. Nonostante ciò, non bisogna assolutamente dimenticare l’importanza della causale, in quanto proprio nella causale del bonifico relativo a pagamenti di lavori di ristrutturazione bisognerà specificare che il pagamento viene effettuato ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 16 del d.p.r. 917/1986, che si riferisce proprio agli interventi che possono usufruire delle detrazioni (o della legge 449/1997, relativa, invece, ai lavori sulle parti condominiali degli edifici). La causale dovrà indicare, altresì, gli estremi della fattura che si sta pagando con il bonifico in parola, emessa dalla ditta che ha effettuato i lavori. Inoltre, bisogna necessariamente indicare gli estremi della persona che effettua il pagamento e a cui sono intestate le fatture per gli interventi di ristrutturazione edilizia, dunque nome cognome e codice fiscale della stessa (nel caso di immobili in comproprietà vanno ovviamente indicati gli estremi di tutti i soggetti che partecipano alle spese di ristrutturazione, e non solo di chi esegue materialmente il bonifico perché, magari, è stato delegato dagli altri; solo così ciascuno di essi potrà usufruire dell’agevolazione nella dichiarazione dei redditi). Se i lavori attengono ad aree condominiali comuni, il bonifico parlante dovrà indicare il codice fiscale del condominio e dell’amministratore, oppure del soggetto che esegue l’operazione. Da ultimo, nel bonifico va inserita anche la partita Iva o, in alternativa, il codice fiscale di chi effettua i lavori o fornisce il materiale, cioè dell’impresa di costruzione o del singolo artigiano.
PIÙ IL BONIFICO PARLA, MEGLIO È… fermo quanto sopra, chiaramente si capisce l’importanza della corretta compilazione del bonifico parlante, dal momento che più parla, quindi più dati riporta, meglio è in ordine alla effettiva percezione delle detrazioni fiscali previste per la materia oggetto del presente contributo. Persino la data effettiva del bonifico è di fondamentale rilevanza ai fini degli sgravi fiscali, dal momento che a nulla valgono né la data della fattura né quella di esecuzione delle opere. In ogni caso, la detrazione viene divisa in 10 rate annuali di pari importo e la spesa massima detraibile è riferita alla singola unità immobiliare (in caso di co-intestazione della casa, viene suddivisa tra gli aventi diritto). Nonostante si sia parlato fino ad ora di bonifico, è importante sottolineare che, ai fini delle detrazioni, è accettata quale modalità di pagamento anche l’impiego di carta di credito o di debito (la data di pagamento viene individuata, in tale circostanza, con quella della transazione e non con quella dell’addebito su conto corrente). A prescindere dalla modalità di pagamento, infine, è sicuramente consigliabile conservare non solo la ricevuta di pagamento, ma anche lo scontrino o la fattura d’acquisto, che devono necessariamente contenere i codici fiscali sia dei beneficiari dell’agevolazione sia del venditore.
DUE CUORI, UNA CAPANNA E UN BONIFICO PARLANTE La scelta del Legislatore volta a prorogare le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni fiscali e l’acquisto di mobili è sicuramente apprezzabile, ma resta comunque una pezza da poco se si analizza il contesto generale in cui si inserisce, soprattutto se si pensa al precariato che caratterizza l’odierno mercato del lavoro, nonché la pressione fiscale che sta mettendo in ginocchio le famiglie italiane, che in questo momento probabilmente pensano più ad arrivare a fine mese piuttosto che a rifare il bagno o a comprare un frigorifero nuovo. Non voglio scadere nel banale e nel bieco populismo, ma non posso non pensare alle giovani coppie, piene di progetti per il futuro che però si scontrano a muso duro con il presente, fatto di totale incertezza ed instabilità che non consente loro neppure di impegnarsi per l’acquisto di una casa per via del costo della vita. Penso anche alle coppie mature, che non possono investire nella ristrutturazione della propria casa, nella quale invecchiare con serenità, magari comprata con sacrificio, perché hanno ancora figli a carico da mantenere, spesso addirittura laureati, che vivono di rimborsi spese indegni e non vedono prospettive per sé stessi. Mi viene da pensare a tutte le manovrine che la politica sta realizzando da anni, più o meno limpide, finanziandosi a scapito dei cittadini, arroccandosi ai propri privilegi sempre più saldamente, con una nonchalance impareggiabile. Ecco, alla luce di questo, non posso che ritenere che le detrazioni per la ristrutturazione della casa siano quanto meno dovute, stante lo stillicidio sociale in atto, in quanto le mura domestiche sono forse l’unico posto, oggi, in cui trovare certezza e dimenticare, almeno per un attimo, il caos che ci circonda. Sarebbe bello se questi bonifici parlanti parlassero davvero, esprimendo lo stato d’animo di chi li effettua; temo che non direbbero niente di buono e temo anche che non sarebbero comunque ascoltati.
Dottoressa Roberta Bonazzoli - Studio Comite