Eccoci qui, il nuovo anno è appena iniziato e subito il Governo ci dà la spinta per affrontarlo con il massimo ottimismo. E così, per far ripartire l’economia arrivano i seguenti aumenti per autostrade, case, benzina, luce, gas e non poteva certo mancare anche il settore della giustizia. Ebbene, come sapete, dal primo gennaio scorso è entrata in vigore la Legge di Stabilità 2014, L. n. 147/2013, con l’allegato programma “Destinazione Italia”: si tratta di un documento che “dovrebbe” illustrare la politica organica del Governo per attrarre gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane. Per quel che ci interessa, vediamo come vengono attratti gli investimenti esteri nel settore della Giustizia…
STABILITA’ IN 2 PUNTI La legge di stabilità (legge 27.12.2013 n. 147 art. 1 comma 606 - 607):
- aumenta ad Euro 27,00 il bollo per l’iscrizione a ruolo delle cause civili (resta ovviamente da aggiungere a tale importo l’ulteriore imposta del contributo unificato – di gran lunga superiore - già peraltro aumentato negli anni passati)
- riduce di 1/3 gli onorari per i difensori, ausiliari del magistrato, CTP e investigatore autorizzato, nel patrocinio a spese dello Stato nel processo civile, amministrativo, contabile e tributario.
VECCHIO IMPORTO x 3 È il caso di precisare, che prima dell’entrata in vigore della legge, l’importo da versare fisso unito al contributo unificato (che invece è proporzionale al valore della causa), era pari ad Euro 8,00. Si tratta quindi di un aumento che è superiore al triplo rispetto al precedente importo! Tale aumento gioverà alle casse dello Stato un incremento di gettito di 43,7 milioni di Euro. Altre misure, sporadiche e relative alle norme processuali, sono disseminate in altri provvedimenti, in un puzzle di complicata ricostruzione che l’Avvocatura ha già avuto modo di denunciare.
COME AL SOLITO, IL CITTADINO/UTENTE è il primo della lista a farne le spese, che con le suddette misure viene letteralmente “dissuaso” dal ricorrere al Giudice per ottenere giustizia: e si badi bene, viene dissuaso con sistemi molto convincenti e con aumenti ogni anno spropositati dei costi per rivolgersi al Giudice. In secondo luogo viene l’Avvocato, che nel suo ruolo di difensore continua a dover subire le conseguenze di riforme non rispondenti alle esigenze del Paese e dirette a rendere effettivamente efficiente il sistema della giustizia. Per non parlare poi, della necessità di dover continuare a chiedere al proprio Cliente costi ed anticipazioni, per l’instaurazione di un procedimento, sempre maggiori, oppure, il cercare di spiegare allo stesso il “perché” di un’udienza rinviata dal Giudice ad aprile 2015!
IN CONCLUSIONE Risulta evidente che gli interventi sopra illustrati non avranno altra conseguenza se non quella di scoraggiate innanzitutto le cause di basso valore. Forse si potrebbe anche arrivare a parlare addirittura di “negata giustizia”. Pensiamo infatti, alla semplice contestazione di una illegittima sanzione amministrativa per divieto di sosta (di circa 50 Euro). Per presentare ricorso al Giudice di Pace competente territorialmente, si deve pagare il contributo unificato di Euro 37,00 oltre alla marca da bollo di Euro 27,00 per un totale – a carico del cittadino – di ben 64 Euro, ovvero un importo superiore alla sanzione amministrativa comminata! Ebbene, risulta di palmare evidenza che il cittadino, in tal modo, si trova praticamente “obbligato” a non contestare la sanzione, tenendosi solo il danno economicamente minore, pagando quindi la sanzione amministrativa eventualmente illegittima.
Permettetemi allora, almeno in questo caso, un consiglio che va a favore delle vostre tasche: presentate ricorso non al Giudice di Pace ma al Prefetto, (il costo è quello di una raccomandata per l’invio dell’opposizione); in caso di mancata risposta da parte dell’Autorità entro 120 giorni dalla ricezione della raccomandata, il ricorso si considera come accolto!
Avv. Roberto Carniel – Studio Comite