Lo abbiamo già detto: calano le vaccinazioni, persino le
obbligatorie, e ritornano o aumentano malattie come la meningite, la varicella,
il morbillo. Da qui gli accorati appelli di queste settimane del Ministro della
Salute Beatrice Lortenzin a fare profilassi e vaccinazioni e un’isteria
collettiva, spesso eccessiva, dei genitori. Io stessa ne sono stata testimone.
La comparsa di puntini rossi su tutto il corpo di un ragazzino, accompagnata da
febbre alta, ha scatenato il panico nella sua classe a scuola, tra i genitori
preoccupati per un probabile contagio e gli
stessi amici di classe, compagni o vicini di banco dell’ammalato che, poi, dopo
pochi giorni, è rientrato normalmente a scuola. Ma, era guarito del tutto? Di
cosa si era ammalato? Era stato contagioso? La scuola, in questi casi, ha
qualche obbligo o responsabilità?
martedì 28 marzo 2017
venerdì 17 marzo 2017
LIBERTÀ DI RELIGIONE? SÌ, MA CON LIMITI
Come era prevedibile, la
recente sentenza della Corte Europea di Giustizia, che ha stabilito che
un’azienda privata può vietare a una dipendente di portare il velo islamico
durante i contatti con i clienti, ha sollevato un vespaio di polemiche.
Sebbene, infatti, gli euro-giudici abbiano chiarito che il divieto non
costituisce una discriminazione diretta fondata sulla religione, ma mira ad
un’esigenza di neutralità dell’impresa, applicabile a chiunque indossi in
modo visibile simboli politici, filosofici o religiosi sul luogo di lavoro, dai
più la sentenza è stata vista come una legittimazione a fare discriminazioni
religiose e non solo. Ed il rischio che può nascondersi dietro ad una tale
sentenza diviene ancor più concreto se pensiamo al crescente diffondersi, a
livello internazionale, di rigurgiti conservatori, protezionistici,
nazionalistici. Anche in Italia, dove la società negli ultimi decenni è
diventata sempre più multietnica anche per il drammatico fenomeno dei migranti,
l’ordinamento giuridico si è dovuto sempre più adeguare a una realtà
multiculturale e multireligiosa, contemperando principi consolidati con
l’evoluzione sociale.
martedì 14 marzo 2017
LAVORO: L’ASSENTEISMO STRISCIANTE DEI LAVORATORI NEGLIGENTI
I lavoratori infedeli di
cui ci racconta, ancora quotidianamente, la cronaca, sono generalmente gli
assenteisti, i cosiddetti furbetti del cartellino, che, o autonomamente o
attraverso colleghi complici, timbrano il cartellino per poi assentarsi del
tutto dal lavoro e dedicarsi agli affari propri. Ma, certamente non è meno
infedele e più produttivo il lavoratore che, pur presente sul posto di lavoro,
consapevolmente ed in maniera del tutto ingiustificata si sottrae alla
prestazione lavorativa, contravvenendo agli obblighi di diligenza, obbedienza e
fedeltà che sovrintendono il rapporto di lavoro. Basti pensare ai casi in cui,
attraverso comportamenti espliciti o semplicemente inerti, il lavoratore non
compie le attività proprie della funzione ricoperta o quelle affidategli dal
superiore gerarchico, denotando così un comportamento volutamente di scarsa
collaborazione o addirittura di contrasto con le direttive aziendali, in aperta
insubordinazione. Che può fare in questi casi il datore di lavoro?
martedì 7 marzo 2017
CIRCOLAZIONE STRADALE: ACQUA SUL MANTO, IL COMUNE È RESPONSABILE DELL’INCIDENTE?
Alla guida del nostro
veicolo può capitare di imbatterci in un’insidia stradale che, se grave e
difficile da aggirare, può essere causa di un sinistro. In questi casi il primo
responsabile ai nostri occhi è l’organo pubblico che ha il compito di
assicurare la sicurezza attraverso il mantenimento in buone condizioni del
manto stradale: il Comune o la Provincia. Questi dovrebbero essere i custodi di
un siffatto bene pubblico e, come tali, tenuti al risarcimento danni
subiti dal cittadino. Ma è davvero così? Di tale argomento si è occupata recentemente
la Corte di Cassazione. Vediamo insieme di analizzare meglio la questione…
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