lunedì 31 agosto 2015

RESPONSABILITÀ MEDICA: CON I NUOVI CRITERI I PROFESSIONISTI CHE SBAGLIANO RIMARRANNO IMPUNITI


Ho la sensazione che ancora una volta, ahimè, in barba ai risultati di decenni di battaglie giudiziarie, il legislatore ci stia riservando un bella sorpresina. Pare, infatti, che tra i progetti governativi, e più in particolare tra quelli del nostro ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ci sia quello di ribaltare i criteri sui quali sino ad oggi si è basata la responsabilità professionale dei medici. Sconcertante è stato inoltre constatare quanto poco risalto si sia dato alla notizia e al minestrone che bolle in pentola e che, con ogni probabilità, ci verrà servito, caldo e fumante, con la legge di stabilità di fine anno. Mi spiego meglio: tra i cavalli di battaglia del Ministro della Salute vi è l’abbattimento dei costi derivanti dal fenomeno della medicina difensiva ovvero di quel sistema che induce il personale sanitario a prescrizioni diagnostiche o farmacologiche inappropriate al fine di scansare il rischio di commettere errori e subire un processo giudiziario. L’utilizzo sconsiderato delle prescrizioni mediche costituirebbe per lo Stato, e quindi per i cittadini, un costo insostenibile. Quale soluzione adottare, dunque, per indurre la categoria medica a dormire sonni più tranquilli e al contempo tagliare gli ingenti costi che comporta tutelare la salute degli italiani? Semplice: ribaltare il sistema di regole riguardanti la responsabilità professionale medica su cui si sono basati sino ad ora i giudici nello stabilire la correttezza delle prestazioni erogate e l’ammontare dei risarcimenti. Vediamo come…